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È morto Michelangelo Antonioni

Insieme a Bergman, se ne va un altro regista della crisi.
di Chiara Renda

L'autore dell'incomunicabilità
Michelangelo Antonioni Altri nomi: (M. Antonioni ) 29 settembre 1912, Ferrara (Italia) - 30 Luglio 2007, Roma (Italia).

martedì 31 luglio 2007 - News

L'autore dell'incomunicabilità
Se ne vanno quasi contemporaneamente due dei maggiori esponenti del cinema d'autore europeo: a distanza di neanche ventiquattr'ore dalla morte del maestro svedese Ingmar Bergman, ci lascia anche il maestro ferrarese del cinema italiano impegnato e intimista.
Si è spento serenamente a 94 anni, ieri sera verso le ore 20, sulla poltrona di casa sua a Roma, accanto alla moglie Enrica Fico, sua inseparabile compagna, donna indispensabile degli ultimi difficili anni di vita.
Un uomo segnato dalla crisi, intellettuale ed esistenziale, raccontata con eleganza formale e raffinatezza contenutistica, Antonioni si era laureato in Economia e commercio, avvicinandosi poi al mondo del cinema inizialmente attraverso la professione di critico. L'esordio dietro alla macchina da presa, Cronaca di un amore, già rivela l'interesse psicologico dell'autore nei confronti dei rapporti interpersonali, della comunicazione - ma soprattutto dell'incomunicabilità - tra i suoi inquieti personaggi. Personaggi tormentati, nevrotici e profondamente umani quelli che abitano il suo mondo di celluloide: dal tradito Aldo de Il grido alle numerose donne turbate e isteriche, una su tutte la Monica Vitti di Deserto rosso (1964), film che segna il passaggio del suo cinema al colore.
Grazie a opere internazionali come Blow-up (1966), complessa analisi sulla riproducibilità della realtà, Zabriskie Point (1970), critica on the road della società dei consumi, e Professione:reporter, poetico viaggio spagnolo dello spaesato fotografo Jack Nicholson, Antonioni diventa un'icona del cinema della crisi. E non soltanto per l'impegno e la profondità contenutistica, ma anche in ragione di uno stile formale complesso, raffinato e accurato. I suoi lunghi piani sequenza continueranno per sempre a riempire le pagine dei manuali di cinema.
Anche in tarda età, Antonioni non aveva rinunciato – supportato dalla moglie - al suo interesse per il cinema e per la sperimentazione, realizzando, dopo il suggestivo Al di là delle nuvole (1995) con l'amico tedesco Wenders, perfino un videoclip (Fotoromanza per Gianna Nannini) e un episodio (Il filo pericoloso delle cose) per il film collettivo Eros (2004, firmato insieme ad autori internazionali come Soderbergh e Wong Kar Wai).
La camera ardente per il regista si terrà domani mattina dalle 9.30 alle 12 nella Sala della Protomoteca, in Campidoglio. La sala sarà aperta per l'ultimo omaggio da parte di familiari, amici e colleghi del mondo del cinema. Successivamente la salma sarà trasferita a Ferrara, dove si terranno i funerali.

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