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Le regole del gioco tra padre e figlio

Robert Duvall e Eric Bana, padre e figlio uniti dalla passione per il poker.
di Tirza Bonifazi Tognazzi

Le regole del gioco

mercoledì 20 giugno 2007 - Incontri

Le regole del gioco
Al di là di Las Vegas, i tavoli verdi, il gioco del poker e la storia d'amore tra Huck (Eric Bana) e Billie Offer (Drew Barrymore), il film di Curtis Hanson esplora il difficile rapporto tra padre e figlio. Uniti dalla stessa passione per le carte, ma distanti l'uno dall'altro a causa del risentimento del figlio nei confronti del padre, Huck e L. C. Cheever si scontrano ripetutamente al tavolo da gioco, quasi a voler dimostrare le proprie capacità. Eric Bana e Robert Duvall, di passaggio a Roma per la presentazione delle Regole del gioco, hanno raccontato come si sono calati nei rispettivi ruoli.

Nel film lei è un giocatore d'azzardo, un mondo che conosce visto che suo padre allevava levrieri da corsa.
È vero, e proprio per questo aspetto inizialmente non avevo intenzione di partecipare a un film che avesse come tema il gioco d'azzardo. Poi però, leggendo la sceneggiatura di Curtis Hanson ed Eric Roth, mi sono reso conto di quanto in realtà, oltre al poker, si parlasse del difficile rapporto padre figlio, e così ho cambiato idea.

Come è stato lavorare con Robert Duvall?
Per me si è trattata di una sfida ricreare quell'alchimia che esiste tra padre e figlio. Ma siamo riusciti a farlo con naturalezza e credo nel film questo si noti, ad esempio nella scena in cui sono seduti in una caffetteria, uno di fronte all'altro, a giocarsi bei soldoni. In seguito la sua presenza per me è stata fondamentale. Anche nelle scene in cui lui non compariva al mio fianco, se sapevo che era presente sul set, mi sentivo più a mio agio.

Per lei quale è stato il momento più rappresentativo della vostra relazione?
Quando Huck e L. C. Cheever si incontrano nel bagno, durante il Campionato Mondiale di Poker. Penso che il confronto tra i due, in quel preciso momento, offra la chiave di svolta del film. È là che padre e figlio capiscono chi sono veramente ed è come se il cerchio si chiudesse. Il personaggio che interpreto è un giocatore professionista, ha sempre tutto sotto controllo, eccetto il figlio Huck, che è il suo punto debole.

Come ha lavorato sul personaggio?
So che ci sono attori che utilizzano vari metodi, entrando nel ruolo con totale abnegazione. Al contrario io credo nella spontaneità e preferisco parlare con le persone con cui lavoro, ascoltare quello che hanno da dire, in modo da entrare nel personaggio con naturalezza. La verità è che mi diverto ancora moltissimo a fare l'attore. Poi ci sono anche dei ruoli ai quali ti devi avvicinare in un'altra maniera, come nel caso di Stalin che per certi versi è il ruolo più difficile che ho dovuto sostenere (nel film tv Stalin diretto da Ivan Passer, NdR). Quando hai a che fare con un personaggio storico devi anche mettere in conto l'idea che la gente si è fatta di lui.

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