Ieri è stato il giorno di Michael Moore che, tornato al Festival di Cannes tre anni dopo aver conquistato la Palma d'oro con Fahrenheit 9/11, ha presentato Sicko, un documentario che racconta le inefficienze del sistema sanitario americano. Ed è stato un trionfo di applausi: lacrime di commozione e un po' di rammarico per non esser stato presentato in Concorso.
Nella parte finale del documentario Michael Moore mostra alcuni volontari che l'11 settembre del 2001 accorsero a prestare soccorsi alle vittime di Ground Zero riportando malattie croniche. Dimenticati da tutti, in particolar modo da chi dirige la Grande Nazione Americana, Moore li accompagna a Cuba dove, per pochi centesimi, riesce a farli curare dai medici dell'odiato nemico americano Fidel Castro. In seguito a questa azione, il ministero del Tesoro ha aperto un'inchiesta per espatrio illegale e violazione dell'embargo con Cuba; accuse per le quali Moore rischia l'arresto.

Un festival per Old Men
Il ciclone Moore ha rubato la scena ai film in concorso. Ieri era il giorno di No Country for Old Men, il nuovo film dei fratelli Joel ed Ethan Coen. Tratto da un romanzo di Cormac McCarthy, racconta la storia di un uomo in fuga dopo aver trovato, in un camioncino abbandonato in una zona desertica, un carico di eroina e due milioni di dollari. Deciso a tenersi il denaro, con il suo gesto darà il via a una reazione a catena impossibile da arrestare. Più violento di Fargo, il ritorno dei fratelli Coen dopo il non troppo convincente Ladykillers è il principale candidato per la vittoria finale.
Delude le aspettative invece il nuovo film di Kim Ki-Duk che, con Breath, riscuote pochi applausi e molte critiche. Dopo il deludente Time dello scorso anno, l'impressione è che il talento artistico di Kim Ki-Duk, dopo averci regalato capolavori come L'isola e Ferro 3, abbia ormai intrapreso la strada del declino.

Imperatrice di Cannes per un giorno
A Cannes per presentare alla stampa La città proibita (in uscita in Italia il 25 maggio), la bella Gong Li, l'attrice cinese più famosa in Occidente, torna a lavorare dopo dieci anni con Zhang Yimou, il regista con cui ha esordito vent'anni fa (Sorgo rosso) e ha ottenuto numerosi riconoscimenti internazionali (Lanterne rosse, La storia di Qiu Ju, Vivere!).
Dopo la parentesi americana (Memorie di una geisha, Miami Vice e Hannibal Lecter), Gong Li ci accompagna nella Cina misteriosa delle dinastie imperiali, facendoci fare la conoscenza con i terribili segreti che covavano all'interno della Città Proibita, la reggia di Pechino, una vera e propria città oggi trasformata in museo.

Il programma di oggi
In Concorso oggi verrà presentato Tehilim la storia di un diciassettenne che vive a Gerusalemme ed è costretto ad affrontare il dramma della misteriosa scomparsa del padre. Diretto da Raphaël Nadjari, Tehilim è una co-produzione Francia, Israele, USA.
Torna a far parlare di sé l'esigua rappresentanza italiana presente a questa edizione del festival: nella sezione Un Certain Regard è il giorno di Mio fratello è figlio unico di Daniele Luchetti, il racconto delle differenti scelte di vita di due fratelli ideologicamente distanti negli anni Sessanta e Settanta.
Per festeggiare in grande stile i 60 anni del Festival di Cannes, 35 registi sono stati incaricati di girare un cortometraggio di tre minuti che abbia per tema la sala cinematografica. Il risultato è A ciascuno il suo cinema, un mosaico di quasi due ore a cui hanno partecipato registi di tutto il mondo scelti tra gli ex Presidenti di Giuria e vincitori della Palma d'oro tra cui il nostro Nanni Moretti, Kaurismaki, Cronenberg, Lars Von Trier, Wenders. A ciascuno il suo cinema verrà presentato oggi al Grand Théatre Lumière.