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5x1: Ben Stiller, la semplicità dell'ironia

Divertente più per ritmo che per istinto naturale, Ben Stiller ha la rara capacità di regalare battute, a volte anche involontarie. Storia di cinque film che ne hanno cambiato la carriera
di Stefano Cocci

Il successo travolgente

martedì 6 febbraio 2007 - Celebrities

Il successo travolgente di Una notte al museo (3,5 milioni di euro nel primo week end) restituisce al nostro sorriso la comicità di Ben Stiller, senz'altro una delle sorprese più belle della commedia americana degli ultimi dieci anni, e ci spinge a cercare nel curriculum vitae di questo ragazzo le tappe più significative della sua carriera. La forza di Stiller è fare dell'assurdo e della paranoia motivo di risata ed è il ritmo il segreto della sua logorroica capacità di divertire e sparare battute. Ecco i cinque film più importanti che hanno rappresentato il meglio della sua filmografia.

Madagascar, la voce del leone
Quattro animali dello zoo di New York sono dirottati in Madagascar da un gruppo di pinguini pazzi ed esaltati. Sono un leone con manie di grandezza, una zebra che vuole riscoprire la natura, un ippopotamo saggio e una giraffa ipocondriaca. Ben Stiller dà voce, ruggito ed espressività ad Alex il leone, regalandoci la sua parlantina, battute e una dose di spessore per un personaggio combattuto tra l'amicizia per Marty la zebra e la voglia di divorarlo. Una delle pagine più belle dell'animazione e senz'altro una prova d'attore da segnalare per il nostro eroe.

Tutti pazzi per Mary, l'affermazione definitiva
È il film che ha lanciato i fratelli Farrelly e il loro nuovo modo di fare una commedia irriverente e politicamente scorretta, ed è stato il primo grande successo di Stiller, che ha offerto la sua faccia perfetta da bravo ragazzo a un meccanismo nato per smontare il mito del sentimentalismo. Qui è Ted, un ragazzo timido e con molte delusioni amorose alle spalle, che non ha mai dimenticato la bella Mary che anni prima lo aveva scelto come accompagnatore per il ballo della scuola, appuntamento poi fallito tra cerniere lampo difettose ed equivoci vari. Il nostro è protagonista di una serie indimenticabile di scene che passeranno alla storia della commedia: il famoso gel per capelli, il duello con il cane e la lampo che si incastra fra i gioielli di famiglia. Stiller è strepitoso nei panni del 16nne brufoloso turbato dagli ormoni e, poi, dell'adulto talmente noioso che il suo analista si va a fare uno spuntino durante la seduta psichiatrica.

Ti presento i miei, la forza della tranquillità
Sul podio delle migliori interpretazioni di Stiller c'è senza dubbio Ti presento i miei, clamoroso successo commerciale (tanto da giustificare il seguito del 2005, Mi presenti i tuoi?) in cui il tranquillo Gaylord "Greg" Fotter deve superare l'attento esame del padre della sua fidanzata per poterla portare all'altare. Qui la forza di Stiller è nel subire le vessazioni di De Niro/padre della (futura) sposa, in un altro indimenticabile momento con animale (qui è la volta di Sfigatto) e in una serie di equivoci che porteranno all'esplosione del pozzo nero e all'incendio del gazebo nuziale. Subisce tutto ma non si perde d'animo, alla fine l'avrà vinta.

Dodgeball, palle al balzo
In questo piccolo gioiello di comicità demenziale, Stiller è un cattivo e stupido proprietario di una catena di palestre. Cercherà di far chiudere il circolo sportivo rivale, arrivando a disputare il campionato di Dodgeball per schiacciare i suoi rivali. Il personaggio consente a Stiller di uscire dagli schemi offrendoci la caricatura di un "malato" di fitness che si spinge fino a tentare di avere rapporti sessuali con la pizza per mortificare il proprio corpo. Ci regala gag e dettagli comici da ricordare. Uno degli Stiller migliori di sempre.

Zoolander, l'antimoda
Come Enrico Lucci delle Iene che con le sue interviste senza senso ci fa capire come certi stilisti andrebbero lasciati senza parola e microfono, in Zoolander Stiller demolisce il mondo della moda, le sue espressioni vacue, i suoi luoghi comuni spacciati per spinte artistiche, i suoi cliché esaltati da media incompetenti. Tutto questo è Derek Zoolander, il personaggio creato da Stiller: un modello in fase calante che, nella sua carriera, a ogni scatto fotografico, ha sempre sciorinato la stessa stupida espressione cambiandogli semplicemente il nome per farla sembrare diversa dalla precedente. Stiller dirige, oltre che recitare, costruendo un castello di battute e trovate: la sfida all'ultima giravolta in passerella; la regressione di fronte al computer; le premiazioni glamour e il ritorno in miniera con il padre. Da vedere e anche da rivalutare.

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