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Indiana Jones, la leggenda compie 25 anni

Harrison Ford dà importanti indizi sul quarto capitolo della saga
di Stefano Cocci

martedì 31 ottobre 2006 - News
C'è tanto in gioco nel prossimo Indiana Jones, non per nulla si tratta del progetto cinematografico più chiacchierato degli ultimi anni. Recentemente è stato proprio Harrison Ford, alla Festa del Cinema di Roma, a dare importanti indizi sul quarto capitolo della saga dell'avventuroso archeologo.
"I film di Indiana Jones sono delle pietre miliari del cinema del XX secolo, soprattutto per il respiro delle storie, sempre in bilico tra avventura, dramma e commedia. È quello che stiamo cercando di ricreare per il quarto capitolo. In questa fase della mia carriera sono maggiormente coinvolto in tutte le fasi del processo creativo ed è per questo che voglio raccontare storie in cui posso credere e in cui la gente con cui lavoro possa sentirsi completamente coinvolta. Al momento non abbiamo finito la sceneggiatura (al lavoro c'è David Koepp, ndr), voglio che abbia un senso artistico e la capacità di intrattenere che avevano i primi tre film".

Di sicuro è una responsabilità molto sentita quella di mettere mano a una delle saghe cinematografiche più amate dal pubblico, un'autentica icona dei nostri tempi. Il 12 giugno 2006 questa leggenda ha compiuto, 25 anni, tanto, infatti, è trascorso dall'uscita de I predatori dell'arca perduta e molti sono i motivi che mantengono vivo questo mito. Ma chi è Indiana Jones? Il personaggio nacque dalla fervida mente di Lucas nel 1973: un archeologo cacciato dall'università che sbarcava il lunario vendendo antichità recuperate durante le sue avventure, dedito al gioco d'azzardo ed alle donne. La stessa scelta del nome affonda le sue radici nella leggenda: Indiana era il cane di Lucas e, allo stesso tempo nell'immaginario del film, il giovane archeologo si chiama Henry Jones Junior ma si è scelto il soprannome pescandolo tra i suoi affetti più cari, un cane per l'appunto!

Quando partì il progetto, furono Spielberg, lo sceneggiatore Lawrence Kasdan e, ovviamente, Harrison Ford ad affinare il personaggio per farlo diventare quello che tutti conosciamo: un eroe senza macchia, animato dalla sua passione per le civiltà antiche, un po' sfrontato, con un discreto successo presso il gentil sesso, con una fortissima carica di simpatia e che, spesso, alla fine delle sue avventure, si ritrova con un pugno di mosche in mano. Infatti, ne I predatori vede l'arca finire in mano alla burocrazia di Washington, ne Il tempio maledetto restituisce ai legittimi proprietari le statuine indù e ne L'ultima crociata perde il Santo Graal nelle rovine di un antica chiesa.
Secondo Spielberg la frase che maggiormente definisce Indiana è "non sono gli anni ma i chilometri", il che la dice lunga sulle avventure vissute da questo professore di archeologia che, lontano dalle aule universitarie, insegue i nazisti armato di frusta e di una pistola. La mitologia di Indiana Jones è ricchissima e le curiosità, che si nascondono dietro ogni pellicola, sono innumerevoli, noi qui possiamo raccontarvene solo alcune.

Non ci dilungheremo più di tanto su come Tom Selleck, il prescelto per il ruolo di Indiana, fu costretto a rinunciare perché la CBS non gli fece abbandonare il set di Magnum PI; grazie a ciò si giunse alla scelta di Harrison Ford, che Lucas conosceva bene per l'esperienza in Guerre Stellari. È proprio con la saga galattica più conosciuta al mondo che i legami con l'archeologo avventuriero si fanno forti. Infatti, Ralph McQuarrie, il disegnatore che ha dato una maschera a Darth Fener/Lord Vader, si è anche occupato delle illustrazioni che ne I predatori ritraggono gli ebrei con l'Arca dell'Alleanza. Nel medesimo film, il deserto in cui Indiana fronteggia i nazisti che tengono in ostaggio Marion è lo stesso utilizzato per Tatooine in Episodio IV – Una nuova speranza mentre i più attenti avranno notato un geroglifico rappresentante R2-D2 e C-3PO su un muro del pozzo delle anime. Ne Il tempio maledetto, mentre Jones fugge in automobile per le strade di Shanghai, si intravede un bar chiamato "Obi Wan". Infine, ne L'ultima crociata, durante il party a casa del magnate Donovan, secondo alcuni è possibile ascoltare in sottofondo una variante del tema "Imperial march" che accompagnava l'imperatore sempre in Guerre stellari.

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