•  
  •  
  •  
Apri le opzioni

Jerzy Skolimowski

Jerzy Skolimowski è un attore polacco, regista, produttore, sceneggiatore, è nato il 5 maggio 1938 a Lodz (Polonia).
Nel 1982 ha ricevuto il premio come miglior sceneggiatura al Festival di Cannes per il film Moonlighting. Jerzy Skolimowski ha oggi 86 anni ed è del segno zodiacale Toro.

Il Godard del Nuovo Cinema polacco

A cura di Annalice Furfari

Incarnazione polacca del Nuovo Cinema degli anni Sessanta, il regista e attore Jerzy Skolimowski è il Godard della Nouvelle Vague della sua Polonia, al fianco di quel Roman Polanski con cui ha collaborato agli esordi e spronato dalle preziosi indicazioni formative di Andrzej Munk e Andrzej Wajda. Poeta amante della metafora, che ricorre insistentemente anche nel suo cinema, Skolimowski innova il cinema est europeo con il ricorso al piano sequenza e alla profondità di campo. Incline all'autobiografia tenera e amara, manifesta tutta la sua insofferenza ribelle nei confronti dell'autorità precostituita e delle convenzioni sociali imposte da una borghesia votata al consumismo. Cantore dell'incomunicabilità generazionale e profondamente anticonformista, Skolimowski racconta l'umanità e ciò che la circonda, secondo la propria visione, fondata sulla disillusione e il solipsismo dell'individuo.

Un'irrequieta formazione artistica
Jerzy Skolimowski nasce a Lodz, in Polonia, il 5 maggio 1938, da una famiglia borghese. La sua è un'infanzia segnata dalla guerra: da bambino fa esperienza delle sue brutalità, viene persino salvato dalle macerie di una casa bombardata a Varsavia. Mentre la madre nasconde una famiglia di ebrei in casa, suo padre, membro della resistenza polacca, viene giustiziato dai nazisti. Dopo la guerra, la madre diventa addetto culturale dell'ambasciata polacca a Praga. Tra i suoi compagni di scuola a Podebrady, una città termale nei pressi di Praga, ci sono i futuri cineasti Milos Forman e Ivan Passer, così come il futuro scrittore Václav Havel. Turbolento a scuola, Skolimowski studia etnografia e storia all'università, per poi laurearsi in letteratura a Varsavia. Appassionato e pratico di boxe, a poco più di vent'anni è già uno scrittore, avendo pubblicato diversi libri di poesie di stampo esistenzialista - poi sistematicamente citate nei suoi film - e sperimentando la figura retorica della metafora che tanta fortuna avrà nel suo cinema. Ma, per il momento, Skolimowski frequenta le sale cinematografiche, a suo dire, solo per guardare belle donne poco vestite. L'interesse per il jazz lo mette in contatto con il compositore Krzysztof Komeda, che lo presenta all'attore Zbigniew Cybulski e ai registi Andrzej Munk, che diverrà il suo "padre cinematografico", e Roman Polanski. È in questo ambiente che Skolimowski incontra Andrzej Wajda, il regista più importante dell'allora dominante scuola polacca. Wajda gli mostra la sceneggiatura per un film sui giovani, scritta dall'autore Jerzy Andrzejewski. Skolimowski non è convinto di quella sceneggiatura e, in risposta a una sfida lanciata da Wajda, scrive la sua versione, che diviene la base per il film Ingenui e perversi (1960), diretto da Wajda e con Skolimowski attore nel ruolo di un pugile. Su insistenza dello stesso regista, Skolimowski si iscrive alla Scuola di Cinema di Lodz, l'istituto che nel corso degli anni Cinquanta e Sessanta forma le nuove leve del cinema polacco. È qui che dirige i suoi primi lavori documentari, sotto la supervisione di Andrzej Munk, e inizia a collaborare con Polanski, diplomatosi nella stessa scuola nel 1962. È lui a chiedergli di collaborare alla stesura della sceneggiatura del suo esordio al lungometraggio, Il coltello nell'acqua (1962). Polanski ammira nel giovane collega il metodo di composizione dei dialoghi e le sue idee sul cinema e ne preannuncia il futuro brillante.

La voce e il volto del Nuovo Cinema polacco
Il primo lungometraggio diretto da Skolimowski è Rysopis - Segni particolari nessuno (1964), storia autobiografica di un giovane inquieto e spostato, da lui stesso impersonato, confessione di un'ordinaria esistenza sospesa, proprio come sospesa è la dialettica dell'intero film tra il punto di vista del personaggio e quello della società che lo circonda. Andrzej, alter ego del regista, è passivo e mediocre, mentre la realtà circostante sembra aggredirlo. La sua storia prosegue in Walk Over (1965): Andrzej, che ha svolto il servizio militare, ha interrotto gli studi e non ha né un lavoro né una donna, vaga per la Polonia come uno sradicato, estraneo alla società e a se stesso, prima di prendere parte a un incontro di boxe. Lo stile di questi due film è dominato dal ricorso al piano sequenza e alla profondità di campo. Consapevole dell'importanza del suo secondo lungometraggio per l'intera cinematografia dell'Est Europa e delle peculiarità delle soluzioni da lui adottate, il regista prosegue con Barriera (1966), il terzo capitolo della trilogia, nonché l'esperienza più simbolista nella sua filmografia, con un Andrzej - non più interpretato da Skolimowski - diventato studente di medicina, ma sempre in conflitto con una società prefabbricata e consumista. Il quarto film, Mani in alto! (1967), ulteriore prosecuzione della storia di Andrzej, viene bloccato dalla censura polacca, imponendo al regista la via dell'esilio.

Il successo all'estero
Anche all'estero Skolimowski continua con lungometraggi che contengono spunti semi-autobiografici. In Belgio firma Il vergine (1967), Orso d'oro al festival di Berlino, bizzarra storia di un fanatico di auto da corsa, simile nello stile ai film della Nouvelle Vague francese. In Gran Bretagna gira Le avventure di Gérard (1970), commedia farsesca di ambientazione storica, con Paolo Stoppa e Claudia Cardinale. Molto più riuscito è La ragazza del bagno pubblico (1970), storia d'amore e morte in un bagno pubblico della Londra del 1970, film emblematico del male oscuro che attraversa il passaggio dagli anni '60 ai '70 e che garantisce al regista un meritato successo internazionale. Pienamente confermato, dopo la parentesi poco felice di Un ospite gradito... per mia moglie (1972), da L'australiano (1978), emetica e suggestiva indagine sulla natura primordiale dell'istinto, della carnalità più ancestrale, regno dimenticato in cui la magia, oscura e terribile, esiste e in cui le posticce convenzioni sociali non hanno alcun significato. Importanti e riusciti anche i successivi Moonlighting (1982), amara metafora politica che allude al regime militare in Polonia, e Lightship - La nave faro (1984), nuovamente sulla patria lontana, ricreata sui frammenti del ricordo. Non molto riuscito è invece il primo tentativo di produzione americana, il noir Lightship - La nave faro (1985), adattato da un romanzo dello scrittore tedesco Siegfried Lenz e sospeso tra duello psicologico e tema del doppio come presagio di morte.
Acque di primavera (1989), tratto da un romanzo semi-autobiografico del russo Ivan Turgenev, è una co-produzione europea ad alto budget, con Timothy Hutton, Nastassja Kinski e Valeria Golino. Questo ritratto di un uomo debole tra due donne forti è il film più impersonale del regista, il meno interessato all'autocompiacimento. Ancora un adattamento con Ferdydurke - 30 Door Key (1991), su un giovane scrittore polacco che, nel 1939, si trova di fronte al dilemma se agire o ripiombare comodamente in uno stato infantile alla vigilia della Seconda guerra mondiale. Dopo un allontanamento quasi ventennale dalla regia, Skolimowski, che si era ritirato a dipingere e scrivere poesie, torna nella sua Polonia e dietro la macchina da presa con Four Nights with Anna (2008), approdando nuovamente al racconto dell'umanità secondo la propria personalissima visione, fondata sull'incomunicabilità, la disillusione e il solipsismo dell'individuo. Premio speciale della giuria e Coppa Volpi a Vincent Gallo al festival di Venezia 2010, Essential Killing racconta la fuga di un uomo afghano in una foresta ostile, e ricoperta di neve, dell'Europa orientale, un uomo perseguitato da un esercito invisibile e che deve costantemente confrontarsi con la necessità di uccidere per sopravvivere.

La carriera parallela di attore
In parallelo alla carriera di regista, certamente più importante e preponderante, Skolimowski porta avanti anche l'attività di attore, già avviata con i primi film diretti. Nel 1985, negli Stati Uniti, incarna uno spietato ma composto colonnello del KGB nel film di Taylor Hackford Il sole a mezzanotte. Nel 2007 interpreta lo zio Stepan, un russo espatriato, nel lungometraggio di David Cronenberg sulla mafia russa, La promessa dell'assassino, al fianco di Viggo Mortensen, Naomi Watts e Vincent Cassel. Nel 2012 appare nel fortunato film di supereroi The Avengers, nel ruolo di un villain che interroga la Vedova Nera. L'anno successivo incarna il re Jan III Sobieski nel film storico dell'italiano Renzo Martinelli 11 Settembre 1683. Ancora una partecipazione in un film italiano nel 2018, con Una storia senza nome di Roberto Andò.
Nel 2022 presenta al Festival di Cannes la rilettura di un classico di Bresson, Au hasard Balthazar, dal titolo Eo, film che si aggiudica il Premio della Giuria al Festival di Cannes 2022.

Ultimi film

Drammatico, (Polonia, Italia - 2022), 86 min.
Thriller, (Polonia, Irlanda - 2015), 81 min.
Storico, (Italia - 2013), 133 min.
Azione, (USA - 2012), 140 min.
Drammatico, (Italia - 1989), 105 min.

Focus

News

Dal primo film Rysopis (1964) ad oggi, con un'opera che omaggia Bresson. Ad 84 anni il regista polacco...
Vai alla home di MYmovies.it »
Home | Cinema | Database | Film | Calendario Uscite | Serie TV | Dvd | Stasera in Tv | Box Office | Prossimamente | Trailer | TROVASTREAMING
Copyright© 2000 - 2024 MYmovies.it® - Mo-Net s.r.l. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione anche parziale. P.IVA: 05056400483
Licenza Siae n. 2792/I/2742 - Credits | Contatti | Normativa sulla privacy | Termini e condizioni d'uso | Accedi | Registrati