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Costa-Gavras

Costa-Gavras (Konstantinos Gavras). Data di nascita 12 febbraio 1933 a Loutra-Iraias (Grecia).
Nel 2018 ha ricevuto il premio speciale onorario al European Film Awards. Dal 1971 al 2018 Costa-Gavras ha vinto 4 premi: European Film Awards (2018), Festival di Cannes (1975), Nastri d'Argento (1971), Premio Oscar (1983). Costa-Gavras ha oggi 91 anni ed è del segno zodiacale Acquario.

Un documentarista mancato

A cura di Nicoletta Dose

Regista di origine greca ma adottato dalla Francia. Il cinema di Costa-Gavras è un viaggio nel passato dei più corrotti e tragici eventi politici. Non ha mai girato un documentario ma il suo stile è estremamente realistico, immerso nella durezza della vita dei più deboli (immigrati, perseguitati, smarriti). I protagonisti del suo mondo sono le persone che vivono ai margini di tutto, vittime di un potere, politico e sociale, che non sanno affrontare.

L'esordio con l'Oscar come miglior film straniero
Nato e cresciuto in Grecia, studia lettere e cinema in Francia, dove ha l'occasione di lavorare come critico e assistente alla regia al fianco di grandi autori come René Clair e René Clément. Esordisce dietro la macchina da presa con il cortometraggio Les rates nel 1958, seguito dal lungometraggio Vagone letto per assassini (1965), giallo di elegante fattura, sostenuto da dialoghi vivaci che lasciano presagire la forte personalità stilistica del regista. L'anno successivo gira Il 13° uomo, storia di un gruppo di partigiani francesi, film non del tutto riuscito per l'eccessiva presenza di scene belliche che sminuiscono le relazioni umane tra i protagonisti, ovvero il tema più importante della pellicola. Qualche tempo dopo realizza il suo terzo lungometraggio, Z - L'orgia del potere (1969), vero e proprio racconto politico, vincitore del premio Oscar come miglior film straniero. Prendendo spunto dall'omicidio del deputato socialista Gregorios Lambrakis, avvenuto a Salonicco nel 1963, Costa-Gavras trova il modo di unire la suspense tipica del giallo alla forza coinvolgente di scene spettacolari, mantenendo al primo posto l'importanza dello spirito di denuncia.

La Storia del Novecento in Europa e Sudamerica
Sposta la sua attenzione verso la città di Praga con il film successivo, La confessione (1970), denuncia, a tratti un po' retorica e moraleggiante, dei crimini dello stalinismo, dei processi fasulli e delle bugie del comunismo totalitario. Dopo la Grecia dei colonnelli e le purghe staliniane in Cecoslovacchia, il regista affronta le ingerenze degli Stati Uniti nella politica sudamericana, in particolare nell'Uruguay, con L'amerikano (1973), premiato con la Palma d'oro a Cannes. Ritorna in Francia con L'affare della sezione speciale (1975), incentrato sulla politica collaborazionista di Pétain, prima di ripercorrere, per la seconda volta, le strade dell'America meridionale con Missing - (Scomparso) (1982) con Charles Horman e Sissy Spacek, interpreti di una coppia americana trasferitasi in Cile ai tempi del democratico Allende e costretta a fare i conti con la tragedia del colpo di stato di Pinochet.

Il cinema più intimista
Nel 1979 prova ad allontanarsi dal cinema politico che ha fatto la sua fortuna, con il più privato Chiaro di donna, storia di due solitudini che si incontrano e si amano follemente per un'ultima notte. La verbosità dello script oscura l'interessante idea iniziale e il film non viene amato né dal pubblico né dalla critica che preferisce Costa-Gravas nei panni di un cineasta civile. Ritenta la strada della riflessione sui rapporti umani anche con Hanna K. (1983), dove, tra i nomi del cast, troviamo l'italiano Luca Barbareschi. Chiama la splendida Fanny Ardant per la sua incursione nella commedia nera di Consiglio di famiglia (1986), satira acida dei valori borghesi, messi sotto processo seguendo le tappe di un classico 'bildungsroman'.

Il razzismo sotto accusa
Chiusa la parentesi più intimista del suo cinema, rivitalizza la sua sensibilità nei confronti delle ingiustizie sociali con Betrayed - Tradita (1988), occupandosi delle manifestazioni razziste di un uomo qualunque del Colorado. Il punto di vista scelto dal regista è originale perché affronta le crudeltà del Ku Klux Klan, indagando nelle radici dell'intolleranza tra la gente comune. Il cinema impegnato di Costa-Gavras avrebbe dovuto, prima o poi, prendersi l'incarico di dire la sua sulla tragedia dell'Olocausto: lo fa con Music Box - Prova d'accusa (1989), attraverso la storia di un'avvocatessa di Chicago che, mentre difende a spada tratta il padre dalle accuse di nazismo, scopre per caso il suo coinvolgimento nella persecuzione degli ebrei. Dopo la regia di un corto nel collettivo Contre l'oubli (1991), dirige La piccola apocalisse (1993), l'unica commedia sarcastica della sua carriera.

Uno stile provocatorio per raccontare il presente
Dopo essersi occupato della Storia del passato, volge lo sguardo all'età contemporanea, con Mad City - Assalto alla notizia (1997), duro attacco all'invadenza manipolatrice dei mass media. Nel 2002 invece è, per la seconda volta, il nazismo a ritornare protagonista di un suo film: in Amen viene messo sotto accusa il silenzio della Chiesa di fronte ai crimini efferati delle SS. Malgrado lo stile narrativo non sia originale, il tema è ancora scottante e fin dal manifesto, disegnato da Oliviero Toscani, procede per provocazioni difficili da digerire. Entra nella dimensione competitiva di un piccolo ambiente di lavoro con Cacciatore di teste (2005) per poi cambiare nuovamente stile con Verso l'Eden (2009), in cui abbandona la durezza del realismo per trovare conforto in una narrazione da favola, pur raccontando il tema delicato dell'immigrazione clandestina.

Ultimi film

Drammatico, (Francia - 2019), 124 min.
Documentario, (Italia - 2019), 130 min.
Drammatico, (Grecia, Francia, Italia - 2009), 111 min.
Storico, (Francia - 2002), 130 min.

Focus

INCONTRI
sabato 10 marzo 2018
Ilaria Ravarino

Vincitore al Festival di Cannes del premio per la migliore interpretazione femminile, andato alla protagonista Diane Kruger, Oltre la notte è il nono film del regista turco-tedesco Fatih Akin. A vent'anni esatti dall'esordio dolceamaro con Kurz und schmerzlos il regista di Amburgo ha scelto, con il suo primo thriller, di entrare nel cuore di tenebra dell'Europa infatuata delle destre, mettendo in scena la storia di una donna decisa a vendicare il marito e il figlio uccisi in un attentato di matrice neonazista

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