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James Ivory

James Ivory (James Francis Ivory) è un attore statunitense, regista, produttore, produttore esecutivo, sceneggiatore, è nato il 7 giugno 1928 a Berkeley, California (USA).
Nel 2019 ha ricevuto il premio come miglior sceneggiatura non originale al David di Donatello per il film Chiamami col tuo nome. Dal 2018 al 2019 James Ivory ha vinto 5 premi: BAFTA (2018), Critics Choice Award (2018), David di Donatello (2019), Premio Oscar (2018), Writers Guild Awards (2018). James Ivory ha oggi 95 anni ed è del segno zodiacale Gemelli.

L'esteta di Hollywood

A cura di Elisa Battistella

Ci sono film che non risentono del passare del tempo. Della categoria fanno sicuramente parte le opere di James Ivory, un cineasta che come pochi ha saputo tradurre la pagina scritta sul grande schermo.

Gli studi e gli esordi
Nato a Berkley nel 1928, Ivory studia presso l'Università dell'Oregon, specializzandosi in architettura e storia dell'arte. Successivamente si iscrive alla University of Southern California, dove studia cinema e televisione. Come tesi di laurea nel 1957 gira il suo primo lungometraggio, il documentario "Venice: Themes and Variations".

La mia India
Nel 1959 si reca in India, dove realizza "The Sword and the Flute", un breve documentario sull'artigianato locale. In questo periodo conosce lo studente di economia, appassionato di cinema, Ismail Merchant, con il quale fonda la "Merchant Ivory Productions" due anni dopo. Il loro sodalizio durerà oltre quattro decenni, fino alla morte del produttore indiano nel 2005.
Nel 1963 Ivory gira il suo primo lungometraggio di finzione, The Householder - Il capofamiglia. La sceneggiatura è di Ruth Prawer Jhabvala, che è anche l'autrice del romanzo da cui il film è tratto. Prende così l'avvio una collaborazione destinata a durare fino ai giorni nostri. Per tutti gli anni '60 Ivory si dedica alle pellicole di ambientazione indiana, indagando con particolare attenzione l'incontro-scontro fra culture diverse. Nel 1964 realizza il documentario "The Delhi Way", mentre all'anno successivo risale Shakespeare Wallah, un melodramma su una compagnia teatrale che gira l'India, mettendo in scena le opere del Bardo. Chiude il decennio Soltanto se tu vuoi, commedia di cui è protagonista Michael York, che incarna un musicista rock, deciso a imparare l'arte del sitar e quella della meditazione.
Negli anni '70 Ivory alterna pellicole girate in India ad altre realizzate negli Stati Uniti. Se Il racconto di Bombay, Autobiografia di una principessa e George e Bonnie mantengono impianto e contenuti dei film precedenti, Party selvaggio e Roseland si distaccano nettamente dalle tematiche della sua produzione precedente.

I capolavori nel segno della letteratura
La fama internazionale arriva nel 1979, quando il regista californiano realizza Gli Europei, trasposizione cinematografica dell'omonimo romanzo di Henry James. La pellicola, che ha come protagonisti Lee Remick, Robin Ellis e Wesley Addy, offre ad Ivory un'altra occasione di contrapporre due culture diverse come quella europea e quella americana alla fine del XIX secolo. Di ispirazione letteraria è anche il successivo Jane Austen a Manhattan, nel quale due compagnie teatrali sono impegnate in una lotta per mettere in scena un misterioso manoscritto della scrittrice inglese. Meno riuscito risulta Quartet (1981), mentre l'anno successivo adatta per il grande schermo il romanzo della sua fedele sceneggiatrice Ruth Prawer Jhabvala Calore e polvere. Dopo I bostoniani, interpretato da Christopher Reeves e Vanessa Redgrave, con il successivo Camera con vista si apre probabilmente la fase più felice della carriera di Ivory, che prosegue fino al 1993, quando gira Quel che resta del giorno. Trasposizione quasi filologica del romanzo di E.M. Forster, il film del 1986 mette in scena in maniera riuscita la contrapposizione fra convenzioni sociali e sentimenti. Premiata nel 1987 con il David di Donatello al Miglior Film Straniero, la pellicola lancia a livello internazionale una nuova stella del cinema d'autore: Helena Bonham Carter, che appare anche nel successivo Maurice, sempre da un'opera di E.M. Forster. Nel 1988 gira Schiavi di New York, una commedia molto lontana dalla sua produzione abituale, in cui sviscera con atteggiamento da entomologo la società statunitense dell'epoca. Nel 1990 realizza Mr. e Mrs. Bridge, interpretato dai veri coniugi Paul Newman e Joanne Woodward, seguito da due capolavori come Casa Howard, ancora una volta tratto da Henry James, e Quel che resta del giorno, dal romanzo omonimo di Kazuo Ishiguro. Insignite da numerosi premi, entrambe le pellicole hanno come protagonisti Anthony Hopkins ed Emma Thompson.


Gli ultimi anni
La produzione dal 1994 in poi risulta un po' più discontinua, alternando buoni esercizi di stile a pellicole decisamente fuori dalle corde del cineasta "più europeo di Hollywood". Dopo i biografici Jefferson in Paris, Surving Picasso e La figlia di un soldato non piange mai, ancora una volta Ivory ritrova l'ispirazione grazie a Henry James, dal quale traspone sul grande schermo The Golden Bowl (2000). Alla pellicola con Uma Thurman, Kate Beckinsale e Nick Nolte segue Le divorce, ennesima quanto malriuscita rivisitazione del conflitto fra culture diverse, interpretata da Kate Hudson e Naomi Watts.
Nel 2005 il regista californiano collabora per l'ultima volta con Ismail Merchant, realizzando La contessa bianca, dall'omonimo romanzo di Kazuo Ishiguro. Dopo alcuni anni di pausa, nel 2009 gira Quella sera dorata, adattamento cinematografico del metalinguistico testo di Peter Cameron, confermando le sue doti di raffinato "metteur en scene".

Ultimi film

Commedia, (USA, Francia - 2003), 118 min.
Drammatico, (USA - 2000), 126 min.
Biografico, (USA - 1996), 125 min.
Drammatico, (USA, Francia - 1995), 139 min.

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