Debuttò con il lungometraggio Sulle rive dello Niemen, 1939, in co-regia con Szolowski. Il suo primo e non più superato film a soggetto è L'ultima tappa, 1948 vigorosa opera sugli orrori dei "lager" (il film ha come sfondo il campo di Auschwitz), influenzata dalla lezione del cinema sovietico. Delle opere successive la migliore è forse l'ultima La fine del nostro mondo 1964; anche essa su Auschwitz. Tra gli altri film Il soldato della vittoria, 1953; Confidenze, 1955; Addio al diavolo, 1957; Incontri nelle tenebre, 1960.