Produttore e direttore di produzione, si dedicò nella prima fase della sua attività, iniziata nel 1946, a film impegnati e di notevole spessore artistico, realizzati con autentica e libera ispirazione e con validi attori, ma senza il supporto di grandi case di produzione. Fra questi, ricordiamo Il sole sorge ancora (1946, regia di Aldo Vergano), Caccia tragica (1948, di Giuseppe De Santis), Achtung banditi! (1951, diretto da Carlo Lizzani). Poi, dalla fine degli anni Cinquanta in poi, Agliani produsse film più commerciali e di minore livello artistico, benché alcuni avessero registi di valore come Bragaglia, Puccini e Salce. La maggior parte di essi, noti in America come peplum e in Italia come sandaloni, a causa dei costumi e delle calzature degli attori, ispirati ad una poco credibile antichità classica, trattavano argomenti di genere mitologico o pseudostorico, come si può facilmente dedurre da titoli quali Teseo contro il Minotauro (1961), Il gladiatore di Roma (1963), La rivolta dei pretoriani (1966) e altri dello stesso genere. Nel 1970, con la collaborazione di Vincenzo Tomassi e Vanio Amici, Agliani produce un film di montaggio, raccogliendo in una sorta di antologia alcuni episodi interpretati da Franco Franchi e da Ciccio Ingrassia, due attori palermitani dalla comicità popolare e macchiettistica, allora di grande successo. Ma nel 1979 Agliani sembra ritornare alle sue scelte iniziali, producendo un film di notevole livello, sia per l'impegno contenutistico che per la nuda e profonda drammaticità delle immagini, L'Agnese va a morire, per la regia di Giuliano Montaldo.