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Aleksey German

Aleksey German (Aleksej Jurevi German). Data di nascita 20 luglio 1938 a San Pietroburgo (Russia) ed è morto il 21 febbraio 2013 all'età di 74 anni a San Pietroburgo (Russia).

Aleksej Jurevi German nasce a Leningrado nel 1938. Il padre, Jurij P. German, celebre (e premiatissimo) scrittore sovietico "umanista", amico del regista Vsevolod mil'evi Mejerchol'd, lo convince ad iscriversi alla facoltà di regia teatrale di Leningrado. Dopo la laurea, German collabora con Grigorij Tovstonogov, figura chiave del teatro sovietico negli anni Cinquanta e Sessanta. Nel 1964, il regista inizia a lavorare alla Lenfilm, gli "studios" più vecchi dell'Unione Sovietica, diventati culla del cinema d'autore. Nel 1967, insieme a Grigorij L. Aronov, firma il suo primo film, Sedmoj sputnik (Il settimo compagno di strada). Nel 1971, German finisce Proverka na dorogach o Operacija "S novym godom" (Controllo sulle strade o Operazione Anno nuovo), tratto da una novella scritta dal padre. La pellicola, ambientata durante la Seconda Guerra Mondiale, viene subito proibita con l'accusa di falsificazione dei fatti storici: uscirà in sala nel 1985. Nel 1977, il regista gira Dvadat dnej bez vojny (Venti giorni senza guerra), tratto dal romanzo di Konstantin Simonov, noto scrittore legato al partito che difende il film di fronte ai vertici del Comitato Centrale e ne consente la distribuzione. Nel 1984, German utilizza di nuovo un romanzo del padre e gira il suo film più famoso, Moj drug Ivan Lapšin (Il mio amico Ivan Lapšin), ambientato nei primi anni Trenta. Il ritratto della storia sovietica fatto da German non piace al partito ed il film viene immediatamente ritirato dalle sale.
Per sopravvivere, German scrive sceneggiature assieme alla moglie Svetlana Karmalita, firmate solo con il cognome di lei. Quella di German è stata una parabola di vita e creazione scandita da vicende tanto difficili quanto drammatiche, che hanno diradato per lui le opportunità di realizzare direttamente i suoi progetti. Nel più lungo periodo di stasi registica, German e la sua compagna di vita e di lavoro hanno comunque creato (nel 1988) e diretto, alla Lenfilm, lo Studio per le opere prime e i film sperimentali, una struttura legata ai debutti di nuovi registi che ha prodotto otto lungometraggi, assieme a film brevi e d'animazione.
Con gli anni Novanta e la nuova situazione politica, German lavora sul film Chrustalev, mašinu! (Chrustalev, la macchina!), che esce nel 1998, dopo essere stato presentato in concorso al Festival di Cannes. In questo film, German giunge all'affermazione che dopo gli orrori dell'epoca staliniana l'arte non può esistere nella forma precedente. Nel 2000, il regista, ormai riconosciuto come uno dei maestri della cinematografia russa, premiato con numerose onorificenze, comincia a lavorare sul gigantesco progetto di É difficile essere un dio, tratto dal famoso omonimo romanzo dei fratelli Strugazkij, che lo impegna per tredici anni di duro lavoro. Con É difficile essere un dio, German ritrae sul grande schermo un'intera civiltà, che riassume la storia dell'umanità con spietata precisione e enorme pietà. Aleksej German muore il 21 febbraio del 2013: il film viene portato a compimento da Svetlana Karmalita e dal figlio Aleksej A. German e viene presentato al Festival Internazionale del Film di Roma nel 2013, durante il quale i familiari ricevono anche il Premio alla Carriera per Aleksej.

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