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Giovanni Storti

Giovanni Storti è un attore italiano, regista, produttore, scrittore, sceneggiatore, è nato il 20 febbraio 1957 a Milano (Italia). Oggi al cinema con il film Zamora distribuito in 110 sale cinematografiche. Giovanni Storti ha oggi 67 anni ed è del segno zodiacale Pesci.

Il naso del trio

A cura di Fabio Secchi Frau

Quale uomo non ha sghignazzato un po' nel vederlo apparire da una roccia, ammantato da un fumo grigio, mentre si presenta a due vichinghi dall'accento siciliano dicendo: «Io sono Pdor, figlio di Kmer...». Sono pochi che resistono alla sua simpatia. Il pubblico segue ogni sua battuta, ogni sui schema di gioco fatto con gli altri membri del noto trio di cui fa parte: Aldo, Giovanni & Giacomo. Piacevole conferma della comicità televisiva, teatrale e cinematografica italiana, dimostra di ben conoscere l'ironia e di saperla manifestare anche senza aprire bocca, gestualmente, in un meccanismo perfetto - che include anche i suoi compagni di lavoro - e che non stride a discapito degli anni. Abile nel strappare una ristata, ottimo caratterista di personaggi azzeccati, nella settima arte Giovanni Storti incassa, nonostante il poco repertorio in questa dimensione e che include quello prettamente televisivo.

Gli esordi
Nato a Milano, studia con Aldo Baglio presso la scuola di melodramma del Teatro Arsenale e in particolare i due frequenteranno i corsi di danza mimica. L'amicizia con il collega, con il quale formerà il duo La Carovana, lo spinge a partire in Sardegna, presso il Palmasera Village Resort di Cala Gonone, dove incrocerà il suo destino con gli allora coniugi Giacomo Poretti e Marina Massironi, ma anche con altri giovanissimi e talentuosi artisti come Stefano Belisari (che entrerà a far parte di Elio e le storie tese), Giorgio Porcaro, Mario Zucca, Marino Guidi e Eraldo Moretto.

L'esordio sotto Gabriele Salvatores e la nascita del trio
Esordisce come attore fin dal 1987, quando Gabriele Salvatores lo sceglie per partecipare alla pellicola Kamikazen ultima notte a Milano, assieme a Gigio Alberti, Claudio Bisio, Antonio Catania, Silvio Orlando, David Riondino, Bebo Storti e Mara Venier. Con molti di loro stringerà amicizia, poi ripiegherà nell'insegnamento di un corso di acrobazia teatrale presso la Civica Scuola d'Arte Drammatica di Milano, lavoro che gli permetterà di impegnarsi come curatore di movimenti nello spettacolo "Pugacev" di Franco Branciaroli. Nel 1989, invece, è lui stesso regista di uno spettacolo intitolato "Non parole ma oggetti contundenti", scritto dall'ormai amico Giacomo, con cui poi - assieme ad Aldo Baglio - formerà il trio Aldo, Giovanni & Giacomo, cui si affiancherà come spalla Marina Massironi. Assieme lavorano in spettacoli come "Lampi d'estate" (1992) diretti da Paola Galassi, "Ritorno al Gerundio" con Flavio Oreglio e Antonio Cornacchine, "Aria di tempesta" (1993) di Giancarlo Bozzo, "I corti" (1996) di Arturo Brachetti e "Il circo di Paolo Rossi" (1996).

Il successo con Mai dire Gol
Ma il vero successo parte grazie alla televisione. Non tanto nel 1992, quando fanno la loro prima apparizione ne "Il Tg delle Vacanze" condotto da Zuzzurro e Gaspare e neanche ne "Su la testa!" di Paolo Rossi, e non si parla nemmeno di "Cielito lindo" (1993) con Claudio Bisio. Il grande, strepitoso, immenso successo i tre lo ottengono grazie alla forte collaborazione con la Gialappa's Band nel programma "Mai dire Gol" che li vede impegnati dal 1995-1997. Giovanni, in particolare, emergerà come il più serio del gruppo, seppure rimangano registrate nella nostra mente momenti comici che lo vedono interpretare personaggi come il cammello e il camaleonte, il balbuziente Johnny Glamour che si accompagna agli immancabili compagni in versione cubisti, il sardo Nico, lo svizzero antipaticissimo che poteva rimanere "lesionato" dagli incidenti stile "Ultimo minuto" Rezzonico, il mago Maria Brandauer e l'imitazione del pianista Bracardi.

Il successo al botteghino
Grandissimo incasso al botteghino è la commedia Tre uomini e una gamba (1997) girata dallo stesso trio comico con Marina Massironi, Maria Pia Casilio, Carlo Croccolo, Rosalina Neri e Luciana Littizzetto sulla scia del loro successo televisivo. Un film azzeccatissimo, nel quale Giovanni Storti riesce a emergere bene in un gioco di squadra in bilico fra attori e personaggi. Tanto è vero che verrà nominato come miglior regista esordiente ai David di Donatello e vincerà un Nastro d'Argento Speciale. Dopo una serie di film che ripetono un po' lo stesso scherma, i tre tornano a teatro nel 1999 con lo spettacolo "Tel chi el telùn" che registrerà anche un forte successo televisivo grazie alla regia di Egidio Romio. Candidato al Nastro d'Argento come miglior attore protagonista per Chiedimi se sono felice (2000), tornano a proporre nuovi sketch e nuovi personaggi per la Gialappa's Band con "Mai dire domenica". Vincitori del Premio Vittorio De Sica per il cinema italiano, ottengono un discreto successo a teatro con lo spettacolo "Anplagghed", che verrà poi proposto al cinema (2006). Qui, il posto della Massironi è preso da Silvana Fallisi, moglie di Aldo Baglio e anche lei attrice. Seguono poi altri due film: Il cosmo sul comò (2008) e La banda dei babbi Natale (2010), diretto da Paolo Genovese. Nel 2012 partecipa alla commedia di Sophie Chiarello Ci vuole un gran fisico. Dopo Il ricco, il povero e il maggiordomo (2014), nel 2016 esce al cinema Fuga da Reuma park, ambientato in una casa di riposo improvvisata all'interno di un Luna Park dismesso. Nel 2020 il trio torna nella commedia Odio l'estate, mentre nel 2022 escono Tutti a bordo e Il più bel giorno della nostra vita.

La comicità di Giovanni
Divertente, simpatico, un po' amarognolo, Giovanni Storti è a dir poco geniale nelle gag, all'interno del quale dimostra di non lasciare, nemmeno a se stesso, un secondo di respiro narrativo. Autore di se stesso, regista di se stesso, ama le citazione cinefile e ha contribuito, e la storia della televisione lo sottolinea, a tormentoni teatral-televisivi che rimarranno per sempre nella memoria di ogni italiano. Sa far crepare dalle risate dentro un film modesto, un po' come faceva Totò, garantendosi l'alta qualità di immagini e sceneggiatura coadiuvandosi con Massimo Venier, Gino e Michele, Gherarducci e Ferrari. Fra pessimismo e nonsense, amabile quando indossa le vesti del suo stereotipo dell'uomo pignolo, gioca con le parole, offrendo agli italiani una grassa, folle ventata di ironia. E non è da tutti.

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