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Jean-Louis Trintignant

Jean-Louis Trintignant è un attore francese, regista, è nato il 11 dicembre 1930 a Piolenc (Francia) ed è morto il 17 giugno 2022 all'età di 91 anni ad Uzès (Francia).
Nel 2013 ha ricevuto il premio come miglior attore al Cesar per il film Amour. Dal 1968 al 2013 Jean-Louis Trintignant ha vinto 5 premi: Cesar (2013), David di Donatello (1972), European Film Awards (2012), Festival di Berlino (1968), Festival di Cannes (1969).

Un grande attore con l'anima di bambino

A cura di Annalice Furfari

A trentadue anni corre raggiante verso il futuro, capelli scompigliati dal vento, su una Lancia Aurelia guidata dal maestro di vita Vittorio Gassman. A ottantuno anni si prende cura della moglie morente Emmanuelle Riva, con il contegno, la forza e la dignità di un uomo che ama incondizionatamente. Due ruoli molto diversi in due film, Il sorpasso e Amour, emblemi di una carriera longeva e brillante. In mezzo, una lunga serie di interpretazioni - 134 film in 57 anni - che hanno saputo rendere al meglio le più piccole sfumature dell'animo umano. Questo è Jean-Louis Trintignant, attore francese che non smette di stupire e convincere. Interprete timido e schivo, abilissimo nel costruire personaggi apparentemente impassibili ma che vivono i propri sentimenti in modo sofferto. Il segreto di un talento così radicato ed eclettico lo svela lo stesso attore nella biografia pubblicata di recente. «I grandi attori - spiega Trintignant in "Alla fine ho deciso di vivere" - non mentono più che il resto della specie umana. Per sposare i tratti di un'altra persona, per essere il contrario di te stesso, devi conservare un'anima di bambino. Il grande attore è quello che cerca e che, a forza di lavoro, trova dentro di sé gli accenti della verità».

Gli esordi
Jean-Louis Trintignant nasce l'11 dicembre 1930 a Piolenc, nella Francia provenzale, da una famiglia altoborghese. È infatti figlio di Raoul Trintignant, industriale e sindaco di Pont-Saint-Esprit. Da ragazzino sogna di diventare pilota, come gli zii Louis e Maurice Trintignant, e scopre ben presto la passione per la poesia, in particolare quella di Jacques Prevert, che segnerà la sua esistenza accanto a Guillaume Apollinaire e Louis Aragon. Nel 1949, mentre studia Giurisprudenza all'università di Aix-en-Provence, assiste a una rappresentazione de L'avaro, la nota commedia di Molière, con la regia di Charles Dullin. La pièce lo folgora: decide di abbandonare gli studi per dedicarsi alla recitazione. Inizia così a seguire il corso sulla commedia tenuto da Charles Dullin e Tania Balachova a Parigi, che lo aiuta a superare la sua profonda timidezza. Nel 1951 debutta a teatro con la compagnia Raymond Hermantier nella pièce "À chacun selon sa faim". Dopo alcune comparsate, esordisce anche sul grande schermo, nel 1955, con S.O.S. Lutezia di Christian-Jaque. L'anno successivo conosce la fama internazionale grazie al film scandalo di Roger Vadim Piace a troppi, che lancia la giovane Brigitte Bardot come nuovo sex symbol europeo. Qui Trintignant interpreta un uomo follemente innamorato di Giulietta, una diciottenne orfana dalla bellezza diabolica e amorale. Il gioco di seduzione si trasferisce dallo schermo alla vita reale: Trintignant ha una relazione con la collega Bardot, sposata con il regista Vadim, e la stampa internazionale ne dà ampio resoconto. Qualche tempo dopo, l'attore torna nell'ombra per adempiere all'obbligo del servizio militare, prima in Germania, poi ad Algeri durante la guerra d'Algeria, per tre anni che lo segneranno profondamente, rendendogli i conflitti armati insopportabili. Tornato alla vita civile, incarna magistralmente l'Amleto di William Shakespeare, sua autentica ossessione, prima di lanciarsi nuovamente nell'avventura cinematografica, nel 1959, con Estate violenta di Valerio Zurlini e poi ancora con Vadim, che gli offre un ruolo ne Le relazioni pericolose (1960) e I sette peccati capitali (1961).

Il successo internazionale
Sono molti i registi francesi che iniziano a contendersi il bel Trintignant e i film importanti sono alle porte. Il successo in Italia arriva con Il sorpasso (1962) di Dino Risi, in cui interpreta un timido studente universitario iniziato alla vita di mondo da un quarantenne cialtrone, che ha il volto del mattatore Vittorio Gassman. Le loro corse a bordo di una Lancia Aurelia sono rimaste impresse nella storia della grande commedia all'italiana. Il successo internazionale arriva nel 1966 con Un uomo, una donna di Claude Lelouch, che lo consacra definitivamente come uno dei più apprezzati attori europei. Questa storia di due vedovi che si innamorano si aggiudica la Palma d'Oro al Festival di Cannes e l'Oscar per il miglior film straniero e la migliore sceneggiatura originale. Con questo film Trintignant ha la possibilità di realizzare, almeno sullo schermo, il suo sogno da bambino: interpreta infatti il ruolo di un pilota automobilistico. Nel 1968 Trintignant si aggiudica il premio come miglior attore al Festival di Berlino con L'uomo che mente di Alain Robbe-Grillet. In seguito recita in film politicamente impegnati contro il fascismo e la dittatura, come Z - L'orgia del potere (1969) di Constantin Costa Gavras, per il quale vince il premio come miglior attore al Festival di Cannes. Partecipa poi a un piccolo classico della Nouvelle Vague, La mia notte con Maud (1969) di Eric Rohmer. È proprio in questi anni che si forgia la sua impressionante carriera, divisa abilmente tra cinema d'autore, film commerciali e teatro, dove incarna spesso ruoli di affascinanti e carismatici antieroi dalla voce vellutata e dal sarcasmo tormentato.
Nel 1970 Trintignant interpreta quello che considera il suo migliore ruolo, nel film del maestro italiano Bernardo Bertolucci, Il conformista, dove si cala in maniera straordinaria nei panni di un uomo sedotto dal fascismo e ossessionato dal desiderio di normalità. Nello stesso anno, l'artista è colpito da un lutto che sconvolge la sua vita: a soli nove anni muore la figlia Pauline, nata dal matrimonio con l'attrice, sceneggiatrice e regista Nadine Marquand, dalla quale l'attore ha altri due figli, Marie e Vincent. La Marquand racconta la tragedia che l'ha colpita nel film Tempo d'amore (1971), in cui il marito avrebbe dovuto interpretare se stesso al fianco di Catherine Deneuve. Ma Trintignant, che ha lavorato spesso con la Marquand, non se la sente di rivivere sullo schermo la morte della figlia e il ruolo passa a Marcello Mastroianni. Altro celebre rifiuto è quello di Ultimo tango a Parigi (1972) di Bernardo Bertolucci: Trintignant declina l'offerta per le numerose scene ad alto tasso erotico e la parte passa a Marlon Brando. Nel 1972 l'attore esordisce come sceneggiatore e regista di Una giornata spesa bene, commedia nera e cinefila su un uomo che uccide i giurati che hanno condannato suo figlio. Negli anni Settanta recita in numerosi film di successo, tra i quali La donna della domenica (1975) di Luigi Comencini e Il deserto dei tartari di Valerio Zurlini (1976). Nel 1978 dirige il suo secondo lungometraggio, Il maestro di nuoto, pervaso anche questo da un acre umorismo nero, concepito come un'insolita variazione sul tema del denaro e del potere nella società moderna.

Il progressivo allontanamento dallo schermo e il grande ritorno con Amour
Nel 1980, all'età di cinquant'anni, Trintignant si ritira nella sua casa di campagna per vivere in armonia con la natura. Si dice stanco del cinema, rifiuta diversi progetti e si concede meno alla macchina da presa, ma in ruoli comunque di impatto, come La terrazza (1980) di Ettore Scola, l'intenso dramma sul terrorismo italiano Colpire al cuore (1982) di Gianni Amelio, l'ultimo film diretto da Francois Truffaut Finalmente domenica (1983), il dramma sentimentale sull'alcolismo La donna della mia vita (1986) di Régis Wargnier e Un uomo, una donna oggi (1986), seguito, a distanza di vent'anni, del film di Claude Lelouch che lo aveva consacrato al successo in Europa. Nel 1986 dirige il suo terzo film, L'estate prossima, dramma sulle relazioni proibite in una ricca famiglia. La passione per il vino lo spinge ad acquistare un vigneto e dedicarsi alla produzione viticola, mentre l'amore per le automobili gli fa seguire corsi per diventare pilota professionista e partecipare a diversi rally. È così che conosce la pilota Marianne Hoepfner, che diventerà sua moglie dopo il divorzio da Nadine Marquand. Dalla fine degli anni '80 all'inizio degli anni '90, a causa di problemi di salute dovuti a un incidente stradale, Trintignant lavora di rado, ma incarna un giudice ombroso nell'ultimo film di Krzysztof Kieslowski, Tre colori - Film Rosso (1994). Negli anni Novanta l'attore si ritrova a interpretare personaggi misantropi e cinici, rinchiusi nella loro solitudine. Lavora in Regarde les hommes tomber (1994) e Un heros très discret (1996) di Jacques Audiard, ma le partecipazioni si fanno sempre più rare e nel 2004 si ferma, confessandosi stanco del cinema e anche della vita, a causa della perdita della figlia quarantenne Marie, morta in seguito al pestaggio da parte del fidanzato Bertrand Cantat, cantante del gruppo Noir Désir. Marie aveva seguito le orme paterne, lavorando in diversi film al fianco del padre e diventando la sua partner preferita. La sua morte fa cadere Trintignant in uno stato di profonda depressione, dal quale viene fuori grazie alla poesia. Decide così di dedicarsi al teatro, con uno spettacolo sui versi di Apollinaire, che ha già recitato con l'amata Marie. Lo spettacolo viene infatti concepito come atto di amore e omaggio alla figlia scomparsa.
Dopo dieci anni di assenza dal cinema, torna alla grande sullo schermo, nel 2012, al fianco di Emmanuelle Riva in Amour di Michael Haneke, dramma intimo e universale sulla malattia, la vecchiaia e la morte. Inizialmente l'attore non voleva saperne di tornare davanti alla macchina da presa. Nella sua recente biografia scrive: «Ho detto alla produttrice: "Non posso fare questo film. Non ho lo spirito giusto, penso piuttosto a suicidarmi". "Faccia il film - mi ha risposto - e dopo si suiciderà"». A convincerlo è soprattutto la presenza di Haneke, che considera «il miglior regista con cui abbia mai lavorato». Con la Palma d'Oro al Festival di Cannes, il César per il miglior film e l'Oscar per il miglior film straniero, Amour si afferma come la rivelazione della stagione cinematografica 2012-2013, osannato dalla critica e rimasto impresso nel cuore del pubblico. L'interpretazione scarna e misurata di un anziano, lacerato da un amore libero e dolente, vale a Trintignant il César come miglior attore e l'European Film Awards come miglior attore europeo. Degni coronamenti di una carriera straordinaria.
E' venuto a mancare a 91 anni nel giugno 2022.

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