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Yves RobertData nascita: 21 Giugno 1920 (Gemelli), Saumur (Francia)Data morte: 10 Maggio 2002 (81 anni), Parigi (Francia) |
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Sono un ottimista dinamico, dopotutto ho avuto un'infanzia meravigliosa malgrado la povertà della mia famiglia», così si autopresenta Yves Robert (Saumur 1920, Parigi 2002). Cominciò a lavorare molto presto: dall'età di tredici anni è stato operaio tipografo, mestiere che all'epoca non si poteva fare se non con passione, come sanno i vecchi tipografi. Del suo lavoro al giovane Yves piace ogni cosa, ha la fantastica facoltà di vedere sempre l'aspetto piacevole, pregevole, addirittura bizzarro, di ogni situazione: «Mi piaceva il piombo, materiale pesante, tenero, molto malleabile, mi piaceva la carta, mi piacevano gli artigiani appassionati del loro mestiere». Dato che gli interessa tutto, Yves arriva a fare trentasei lavori diversi, passando dal ciclista al pasticciere, prima di finire animatore negli ostelli della gioventù. Attività che gli apre nuovi e inattesi orizzonti. E così incomincia a mettersi in scena: recita, fa il mimo, e naturalmente si diverte. Inizia la sua carriera cinematografica come attore nel 1942, e ottiene un premio come miglior interprete nel 1949. Si esibisce tra l'altro in un noto cabaret di St. Germain de Pré, la “Rose Rouge”. Nel 1951 si cimenta col cortometraggio, poi si lancia nella regia: L'affaire Blaireau con Louis de Funès, Arsène Lupin, La famille Fenouillard. Intanto continua a recitare in film importanti come Les grandes manoeuvres di Clair (1955), Les mauvaises rencontres di Astruc (1955), Le mort de Belle di Molinaro (1960), Cléo des 5 à 7 di Varda (1962). Lo ritroveremo in seguito come interprete in Le juge et l'assassin (Tavernier), Un mauvais fils (Sautet), Vive la sociale (Mordillat).
Il film che lo rivela finalmente al grande pubblico è La guerre des boutons (1962), una commedia sullo scontro “all'ultimo sangue” tra i ragazzi di due paesi rivali. Il successo di questo classico dell'adolescenza (ricompensato col premio Jean Vigo) coinvolge anche la società di produzione (La Guéville) da lui fondata con la moglie, Danielle Delorme. La nuova casa di produzione incoraggia anche nuovi talenti: Alain Cavalier, Pierre Richard, Eric Rohmer. E lancia un attore ancora poco conosciuto: Philippe Noiret! Baciato dalla fortuna, Robert gira una serie di film di successo: Les copains (1964), Monnaie de singe, Alexandre le bienheureux, Clérambard (1969).
Nel 1972 mette in scena la storia di un violinista ingenuo che viene scambiato per una spia nella guerra fra i servizi segreti: Le grand blond avec une chaussure noire con Pierre Richard, un trionfo senza precedenti. Un meccanismo perfetto, i cinefili si ricordano, ridendo, i migliori passaggi. È raro che un film umoristico possa essere qualificato come un capolavoro: questo è un capolavoro autentico. Il seguito si intitolerà Le retour du grand blond. Ancora un trionfo. Lo stesso anche per Un éléphant ça trompe énormément (1976), saga di quattro inseparabili quarantenni rimasti bambini. I vari problemi esistenziali sfumano grazie al loro buon umore e alla loro profonda amicizia. La piccola banda si ritrova in Nous irons tous au paradis (1978) che ottenne lo stesso successo. Memorabile anche Salut l'artiste con Mastroianni (1973) sul mondo degli attori.
All'inizio degli anni Novanta Robert adatta le memorie d'infanzia di Marcel Pagnol. La gloire de mon père e Le château de ma mère sono un'esplosione di solarità e di ottimismo. Un ottimismo che Robert coltiva, di cui si diletta e che desidera comunicare agli altri. «Se non mi diverto – dice – mi rompo le scatole». È rimasto un saltimbanco. Occhi ridenti, grandi baffi, una vaga aria da contadino, si proclama goloso, ama a tal punto la natura da essere decorato con l'ordine al merito agricolo! A volte si domanda se gli sarebbe piaciuto fare un po' di politica, tendenza social-anarchica. Adora far recitare i bambini e i suoi amici. Adora interpretare lui stesso ruoli di comparsa. Vive solo per il suo piacere. Questo buon umore, questo edonismo, ci garantiscono momenti di cinema felicissimi ed indimenticabili. Yves Robert è davvero un benefattore dell'umanità.
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