Mentre era in vacanza in Germania con la madre, l'inglesina Lilian Pape rimase bloccata dallo scoppio della prima guerra mondiale. In quegli anni bui, la bionda Lilian studia danza, dapprima a Berlino, poi in Svizzera; nel 1923, a diciassette anni, diventa soubrettina nella compagnia dei fratelli Schwartz; nel 1924 gira un film a Vienna e l'anno dopo incontra Richard Eichberg, ex-attore, ora produttore e regista, appena divisosi da Lee Parry, le più belle gambe di Berlino. Eichberg sa intravedere le grosse possibilità della Harvey e le costruisce un personaggio che le andrà a pennello: quello della ragazza piena di vitalità che, per riuscire vittoriosa nella sua lotta, deve superare mille ostacoli, mettendo in atto tutte le seduzioni femminili, ma nello stesso tempo avendo cura che la sua virtù rimanga intatta. Il modello non è propriamente nuovo, ma fa presa sul pubblico da sempre, ha un suo carattere pseudo-liberale, spinge alla simpatia. I film della Harvey saranno tutti su questo tema, opportunamente variato di volta in volta. Pubblico e critica dovranno ammettere che si tratta di commedie, ma di classe, realizzate con un'accuratezza finora sconosciuta alla produzione coeva.
Il successo della Harvey, la sua forza di attrazione, ebbero inizio dalla sua collaborazione con Eichberg e si confermarono, qualche anno dopo, quando passò alla UFA come star assoluta. L'estrosa recitazione, il totale controllo del suo corpicino dovuto ai lunghi anni di allenamento alla danza, la predisponevano certamente al cinema: ma ebbe anche la passione di fare l'attrice, il cosiddetto «fuoco sacro» e, inoltre, un sense of humour che le permetteva di rilevare il lato comico in qualsiasi situazione ed un ottimismo contagioso. Il pubblico sentì tutto questo e le diede il suo consenso. Le storie del cinema la ricordano di preferenza in una deliziosa cine-operetta intitolata Der Kongress tanzt (1931) di Erich Charell, sicuramente lo zenit della sua carriera. Purtroppo una rovinosa trasferta hollywoodiana ed un precoce invecchiamento misero presto la parola fine all'avventura di questa deliziosa farfalletta. Ma bisogna vedere con quanta civetteria seppe interpretare Die keusche Susanne (1926), quanto si scateni in Die tolle Lola (1927), come sappia essere piacente in Ihr dunkle Punkt (1928) per rendersi conto di come dietro queste spiritose commedie vi fosse, oltre ad una impeccabile organizzazione della produzione, una minuscola attrice dalle capacità pantomimiche complete ed una volontà di ferro.

Da Le dive del silenzio, Le Mani, Genova, 2001.