Quando sugli schermi tedeschi cominciavano a farsi notare, con il nome inserito nei titoli di testa, Henny Porten e Asta Nielsen, vi fu un'altra attrice che, grazie alla sua spigliata comunicativa e alla sua elegante figurina, raggiunse per qualche tempo - tre anni in tutto - una popolarità quasi inimmaginabile, in virtù di una serie di allegre commedie che deliziarono gli ancora ingenui spettatori cinematografici. Già dal suo secondo film, Das rosa Pantöffelchen (1913), Dorrit Weixler, anticipando vezzi e moine che sarebbero poi stati tipici di attrici come Ossi Oswalda o Anny Ondra, ottenne una personale affermazione. Il film era stato diretto da Franz Hofer, che diverrà il suo regista di fiducia; saranno infatti tutti di Hofer i dieci film che Dorrit andrà ad interpretare nel 1914, tra cui l'esilarante Das Liebesbarometer e Fraulein Piccolo, dove impersona una servetta d'osteria i cui debosciati clienti (tra i quali v'è un lepido Ernst Lubitsch ai suoi inizi) tentano di portarsi in camera; ma, travestita da maschietto, Dorrit riuscirà a scansare i malintenzionati. II film, uno dei pochi dell'attrice giunti fino a noi, è realizzato con incalzante rapidità ed interpretato disinvoltamente da una vivacissima Dorrit.
Allo scoppio della guerra, Hofer la dirigerà in alcuni film ispirati alle vicende belliche, Deutsche Helden, Todesrauchen, Weihnachtsglöckchen 1914.
L'anno successivo, il 1915, l'attrice abbandona la Luna film ed il fido Hofer per passare alla neo-costituita Oliver-Film, ove diventa la prima attrice assoluta: primo film per la Casa è Aschenbrödelchen (Cenerentolina), una divertente favoletta dove può briosamente alternare un delicato abbandono sentimentale con una piccante e indiavolata performance. I registi della Oliver, Paul Otto e Paul Heidemann, che essendo anche attori appaiono spesso come suoi partners, si daranno il cambio nella direzione dei suoi ultimi film che, a testimonianza dell'immensa popolarità raggiunta, hanno quasi tutti il nome nel titolo, Dorrits Chauffeur, Dorrit bekommt' ne Lebenstellung, Dorrits Eheglück,-Dorritchens Vergnügunsreise. In queste festose commedie, di cui oggi possiamo renderci conto solo attraverso sbiadite fotografie e recensioni d'epoca, Dorrit interveniva personalmente nella costruzione del suo personaggio, sfoggiando una vis comica irresistibile. Oskar Kalbus («Vom Werden deutsche Filmkunst») parla di lei come di un'attrice dotata di un humour innato, di una freschezza originale, di una capacità di controllo delle sue azioni e di una sensibilità non riscontrabile nelle attrici del suo tempo.
Disgraziatamente, i nervi dell'attrice non ressero allo stress derivatole da un'attività divenuta quasi senza respiro, oltre venti film in due anni. Ricoverata in un sanatorio, le sue condizioni si aggravarono ed il cuore non resse ad un nuovo, violento collasso nervoso.
Dorrit Weixler morì a soli ventiquattro anni, all'apice del successo. La sorella Grete cercò di riprenderne il ruolo, ma la sua carriera si arenò ben presto in parti marginali.
Da Le dive del silenzio, Le Mani, Genova, 2001.
