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Mohsen Makhmalbaf

Mohsen Makhmalbaf è un attore iraniano, regista, produttore, scrittore, sceneggiatore, montatore, scenografo, è nato il 29 maggio 1957 a Teheran (Iran). Mohsen Makhmalbaf ha oggi 66 anni ed è del segno zodiacale Gemelli.

Viaggi nell'Islam

A cura di Fabio Secchi Frau

Quando si parla di lui, alcuni parlano di un vendicatore politico che non si scaglia contro qualcuno in particolare, come una nazione o un uomo, ma preferisce rivoltarsi e rivolgersi a quelle situazioni tragiche che giudica scandalose e che sono un triste apologo sulla ferocia degli uomini. In uno dei suoi più grandi e clamorosi successi, Mohsen Makhmalbaf si dedica alle donne e alla loro condizione, mentre in altri parla della frenetica sarabanda di problemi che l'India deve affrontare. Il tutto venato da una poeticità che rende leggero anche l'orrore della guerra.
Nato in uno dei quartieri più miseri di Teheran, a soli 15 anni si unisce alla milizia rivoluzionaria contro il regime dello Scià, venendo arrestato a 17 anni per un assalto a una stazione di polizia. Dopo molti anni di prigione, viene scarcerato nel 1979 (prima della caduta di Reza Pahlevi) e, nei primi Anni Ottanta, comincia a intraprendere la carriera di scrittore firmando il romanzo "Il giardino di cristallo", nonché una serie di racconti e opere teatrali. Fondatore del Centro di propaganda per la diffusione del pensiero e dell'arte islamica. Si affaccia sul cinema come sceneggiatore di pellicole come Towjeeh (1981) di Manuchehr Haghaniparast e Marg Deegari (1982) e Hesar dar Hesar (1982) di Mohamad Reza Honarmand.
Il suo esordio alla regia avviene nel 1982 con Tobeh Nosuh (1983). Da allora, non si ferma più e firma opere come la commedia Il ciclista (1989), lo psicologico Pane e fiore (1996) e Il silenzio (1998) che vince al Festival di Venezia il premio CinemAvvenire e il Premio Sergio Trasatti. Proprio sul finire degli anni Novanta, fonda la sua casa di produzione la Makhmalbaf Film House, grazie alla quale finanzia i suoi film e anche quelli di alcuni registi iraniani emergenti, in particolar modo i figli. È grazie a lui che abbiamo potuto apprezzare Lavagne (2000) e Alle cinque della sera (2003) della figlia Samira Makhmalbaf, nonché Osama (2003) di Siddiq Barmak e Lezate divanegi (2003) dell'altra sua figlia Hana Makhmalbaf.
È con Viaggio a Kandahar (2001), odissea documentata nell'Afghanistan terribilmente devastato dalla guerra americana e martoriato dai talebani, che in particolar modo se la prendono con le donne del paese, che si fa conoscere a livello mondiale. Meno poetico dei suoi film precedenti, ma animato da un messaggio politico di denuncia abbastanza forte, il film vince il Premio Ecumenico della giuria al Festival di Cannes. Dopo aver dato l'idea del soggetto di Il voto è segreto (2001) di Babak Payami, dirige Sesso e filosofia (2005), successivamente seguito da Viaggio in India (2006), storia di un viaggio di nozze intenso e colorato nelle drammatiche contraddizioni indiane.
La filmografia di Makhmalbaf è un punto di riferimento obbligato per chi si accosta alla cinematografia iraniana, come del resto quella delle più contemporanee figlie Samira e Hana. Un cinema fatto di sacrifici, efficienza, grandi incassi, grandi turbamenti e polemiche per idilliaci atti d'accusa nei confronti di tutti quelli che danno le libertà dell'individuo come scontate.

Ultimi film

Drammatico, (Iran - 2014), 115 min.
Drammatico, (India - 2006), 86 min.
Commedia, (Iran - 1998), 76 min.
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