Artista iconico, egocentrico ed enigmatico, Morrissey non è soltanto un cantante, ma uno dei migliori scrittori che la musica inglese abbia mai conosciuto. Paladino dei diritti degli animali e del vegetarianismo, outsider pronto a scagliarsi contro l'industria discografica e la politica, è giunto al successo negli anni Ottanta come voce della band di Manchester The Smiths, precursori del brit pop rock alternativo, diventati megafono del malessere sociale di un'intera generazione rimasta senza voce, dopo il crollo delle ideologie e delle istanze rivoluzionarie di fine anni Sessanta. Al grande successo degli Smiths ha contribuito la figura carismatica del suo cantante, sottile osservatore e fustigatore della società inglese, e più in generale umana. I suoi testi, spesso influenzati dal suo interesse per la classe operaia e il realismo sociale, raccontano storie malinconiche di cuori infranti. Storie di disperazione e tristezza, ma accese da una tagliente ironia. Nel 1987, dopo lo scioglimento della band, Morrissey ha avviato una carriera solista con la pubblicazione di diversi album, che hanno incrementato ulteriormente la sua popolarità a livello internazionale. Considerato tra i più importanti precursori della musica indie, nel 2008 è stato annoverato tra i cento grandi cantanti di tutti i tempi, in una classifica stilata dalla rivista Rolling Stone.
Un'adolescenza solitaria in compagnia di poesia, musica e film
Steven Patrick Morrissey nasce il 22 maggio 1959 da una coppia di immigrati irlandesi di origini modeste, residenti a Hulme, nella periferia meridionale di Manchester, nel Regno Unito. Molto legato alla madre, ha invece rapporti problematici con il padre. Anche per via della separazione dei genitori, trascorre un'adolescenza di grande solitudine e depressione, malessere che lo avrebbe accompagnato per larga parte della sua vita. Trascorre la maggior parte del tempo in casa da solo, rifiutando l'omologazione con i coetanei e trovando rifugio dalla solitudine leggendo, ascoltando musica, scrivendo poesie e guardando film di registi che offrono spaccati realistici di una società inglese in profonda crisi e fermento. Gli unici compagni che Morrissey ha affermato di avere da ragazzo sono l'attore James Dean e il poeta Oscar Wilde, le cui rime lasceranno tracce nelle sue canzoni. Interessato anche alle icone femminili del pop anni Sessanta, come Marianne Faithfull e Sandie Shaw, dopo il diploma lavora in un negozio di dischi. Negli anni Settanta si appassiona al nascente glam rock di Marc Bolan e David Bowie e diventa fan dei New York Dolls. Desideroso di mettere alla prova la sua passione per la musica, diventa il cantante dei Nosebleeds con cui suona il chitarrista Billy Duffy, più tardi nei Cult. Proprio con lui Morrissey inizia a comporre i primi brani, ma poi abbandona il gruppo per scrivere dei libri dedicati alla musica e al cinema.
La rivoluzione intimista e sociale degli Smiths
Nel 1982 Morrissey e il chitarrista Johnny Marr, conosciutisi grazie a un amico comune e appassionati alla stessa musica, decidono di formare una band: così nascono gli Smiths. Ne fanno parte l'energico e nerboruto batterista Mike Joyce e il bassista Andy Rourke, amico d'infanzia di Marr. Con questa formazione, gli Smiths iniziano a esibirsi nei club di Manchester. Proprio dopo uno di questi live, l'etichetta Rough Trade li convince a firmare il loro primo contratto discografico e a pubblicare il singolo di debutto, "Hand in Glove", che suscita polemiche su ipotetici riferimenti di carattere omosessuale. I testi di Morrissey sono, sin dall'inizio, il marchio di fabbrica del gruppo, caratterizzati da un'ironica disperazione e da continui riferimenti alla società contemporanea, facendo da contraltare alle composizioni musicali, elaborate ma al tempo stesso melodiche, di Marr. Nei primi live gli Smiths spesso decorano le location con fiori, in omaggio a Oscar Wilde. Nel 1984 la band pubblica il primo album, "The Smiths", che raggiunge la seconda posizione nella classifica di vendita inglese. Il gruppo riscuote un successo crescente, prima in Inghilterra e poi a livello internazionale, diventando band di culto giovanile negli Stati Uniti.
Nel 1985 gli Smiths pubblicano il loro secondo album, "Meat Is Murder", che raggiunge la prima posizione nella classifica inglese ed è contrassegnato da posizioni politiche ancor più radicali rispetto al lavoro precedente, con la campagna pro-vegetariana annunciata dalla stessa title track e la denuncia dei metodi di insegnamento scolastico. Tra un concerto e l'altro, il gruppo trova il tempo di registrare un altro album, "The Queen Is Dead" (1986), considerato ancora oggi una delle pietre miliari del suo genere ed entrato a pieno titolo nella storia del rock britannico. Dal punto di vista musicale gli Smiths riscoprono e aggiornano gli stilemi compositivi che avevano dato lustro alla produzione rock della seconda metà degli anni Sessanta, dai Beatles ai Kinks, dai Velvet Underground a Love e Byrds. Ma i testi scritti da Morrissey hanno un piglio lirico e introspettivo, tratteggiano i contorni sfumati di un microcosmo privato intriso di fragilità e contraddizioni, un mondo immaginario che si popola di memorabili personaggi, goffi e inadeguati, che ricercano invano l'amore e la libertà. La loro rivendicazione di una diversità, e quindi di una solitudine, irriducibile plasma l'immaginario di una nuova generazione di adolescenti schiacciati dal peso opprimente del thatcherismo e dal crollo di ogni ideologia e progetto di rivoluzione sociale.
La carriera da solista
Nel 1987 esce "Strangeways, Here We Come", quarto e ultimo album, pubblicato a band oramai divisa. Gli Smiths si sciolgono quando le divergenze di opinione tra Morrissey e Marr rispetto alla direzione artistico-musicale del gruppo diventano inconciliabili. Per i fan è un trauma, ma Morrissey non si perde d'animo e lavora al progetto di una carriera da solista, che si concretizza con grande successo l'anno successivo con la pubblicazione del disco "Viva Hate" (1988). La "seconda vita" del cantante lo vedrà sempre al centro dell'attenzione dei media per tutti gli anni Novanta, abile stratega di se stesso, seppur lontano dai traguardi raggiunti con gli Smiths. L'album di maggior successo commerciale è il settimo, "You Are the Quarry", pubblicato nel 2004 dopo un silenzio discografico durato ben sette anni. Dopo "Years of Refusal" (2009) Morrissey non pubblica nuovi album, ma le raccolte continuano e i tour mondiali pure. Pensatore politico, così come al tempo degli Smiths, il cantante si scaglia spesso nei suoi testi contro bersagli ricorrenti, come i reale britannici, l'ex primo ministro Margaret Thatcher, i due principali partiti politici del Regno Unito e l'ex presidente degli Stati Uniti d'America George W. Bush.
Il film-concerto
Per celebrare i venticinque anni di carriera solista, nel 2013 viene distribuito nelle sale cinematografiche Morrissey 25: Live, un film-concerto registrato il 2 marzo dello stesso anno alla Hollywood High School di Los Angeles, davanti a 1.800 spettatori, con i biglietti venduti la notte prima dell'evento in appena dodici secondi. L'enorme affetto dei fan è ampiamente documentato nel film diretto da James Russell, il primo autorizzato dall'artista inglese a nove anni dall'ultimo, Morrissey. Who Put the M in Manchester (2004), che ha seguito Morrissey. Hulmerist, Morrissey. The Malady Lingers On, Morrissey. Live in Dallas e Morrissey. A Jewel in the Crown.
