Attrice teatrale e sporadicamente cinematografica e televisiva belga, è stata pluricandidata ai Premi Magritte per le sue doti drammatiche. Talvolta, si è prestata anche come sceneggiatrice, coautrice e drammaturga. Ci sono voluti dieci anni perché il suo nome passasse dal palco al set, ma ci sono voluti anche nomi ricorrenti come Delphine Noëls e Joachim Lafosse, creatori di un cinema d'oltralpe e belga indipendente.

Studi
Catherine Salée nasce in Belgio, dove studia tra il 1991 e il 1994, presso il Conservatoire royal di Liège, nelle classi di Max Parfondry e Jacques Delcuvellerie.

A teatro
Anche doppiatrice, comincia a muovere i suoi primi passi a teatro, imponendosi come una delle interpreti del palcoscenico più affermate e popolari del Belgio. Nessun testo ha segreti per la sua recitazione. È in grado di passare con disinvoltura e versatilità dai drammi familiari di "Juste la fin du monde" alle sperimentazioni, da Dylan Thomas con "Au bois lacte" ai mostri sacri "La morte di Danton".

Al cinema
Non passano molti anni perché anche i registi cinematografici si accorgano di lei e comincino a inserirla prima nei cortometraggi (soprattutto quelli di Delphine Noëls) e poi nei lungometraggi (Cacciatore di teste di Costa-Gavras, Proprietà privata e pochi altri). Molto presente nei set di Joachim Lafosse (che la vorrà anche in Dopo l'amore, 2016), nel 2014, vince il Magritte Award come miglior attrice non protagonista per La vita di Adele (2013), dove ha la parte della madre della protagonista.

In tv
In televisione, è apparsa nel telefilm La Trêve.