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Margit Carstensen

Margit Carstensen è un'attrice tedesca, è nata il 29 febbraio 1940 a Kiel (Germania) ed è morta il 1 giugno 2023 all'età di 83 anni a Heide (Germania).

Ammaliata da Fassbinder

A cura di Fabio Secchi Frau

Un'attrice cinematografica e teatrale tedesca che ha legato fortemente il suo nome a quello di un grande regista: Rainer Werner Fassbinder che, cucendole addosso ritratti di donne allo sbando, è uscita professionalmente vincitrice nel confronto con critica e pubblico. Anti-tradizionalista, i suoi ruoli così difficili e pericolosi sono entrati nella storia del cinema tedesco.
Dopo aver trascorso la sua infanzia e la sua gioventù nella sua città natale, non appena ha strappato il diploma liceale, nel 1958, ha sentito il richiamo dell'arte che l'ha portata, in quello stesso anno, a iscriversi al Staatlichen Hochschule für Musik (Istituto Superiore Statale per Musica) di Amburgo, dove ha seguito alcuni corsi di recitazione. Il debutto teatrale avviene dal 1965 in poi, dove Margit Carstensen si impone come giovanissima attrice di gran talento passando da città come Kleve a Heilbronn, fino a Brunswick. Entrata nella compagnia del Teatro di Amburgo, diventa celebre nei salotti culturali sessantottini dell'epoca grazie alle piece di John Osborne e Lope de Vega. Rimarrà ad Amburgo per ben quattro anni, poi si trasferirà a Brema nel 1969 e tre anni più tardi al Teatro Statale Darmstadt, dal 1973 al 1976. Ed è proprio su quei palcoscenici che l'attrice conoscerà il promettente regista Rainer Werner Fassbinder che, ammaliato dal suo viso così spigoloso e scarno, reciterà con lei in alcuni drammi e poi la imporrà come protagonista dei suoi primi film tv: Il caffè (1970) e Il viaggio a Niklashausen (1970).
Il ruolo più bello della sua carriera lo interpreta però nel suo primo lungometraggio cinematografico nel ruolo della stilista saffica in crisi d'amore de Le lacrime amare di Petra von Kant (1972). Il film è un trionfo della critica, e le permette di avere fra le mani i primi riconoscimenti professionali. Non lascerà mai più Fassbinder e continuerà, imperterrita, a lavorare con lui e per lui, in un sodalizio che avrà fine solo con la morte del regista, avvenuta nel 1982 per un'overdose. La vediamo quindi nei televisivi La libertà di Brema (1972), Il mondo sul filo (1973), il bellissimo Martha (1973), Nora Helmer (1974), Paura della paura (1975) e Donne a New York (1977), ma anche nei telefilm Otto ore non sono un giorno (1972) e Berlin Alexanderplatz (1980), oltre che nei film Mamma Kunster va in cielo (1975), Roulette cinese (1976), Nessuna festa per la morte del cane di Satana (1976) e La terza generazione (1979).
Nel contempo non tralascia il teatro, che è la sua vera dimensione e arriva, applauditissima nei palcoscenici di Berlino, mettendo in scena la prosa tedesca più significativa e delineando profili di donne classiche in drammi come "Elizabeth", "Maria Stuart", "Orsina" e "Emilia Galotti". La morte di Fassbinder coincide con il ritiro dal mondo del cinema, si lascia dirigere raramente da autori che non siano il grande amico e collega.
È il caso di Agnieszka Holland che la imporrà nel ruolo di Eugenia in Bittere Ernte (1985). Ogni tanto apparirà anche in televisione (Derrick) e alla fine, nonostante l'età avanzata, dal 1995 lavorerà solo ed esclusivamente a teatro.

Ultimi film

Horror, (Francia - 1981), 127 min.
Drammatico, (Germania - 1976), 86 min.
Drammatico, (Germania - 1973), 116 min.
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