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Susanna Nicchiarelli

Susanna Nicchiarelli è un'attrice italiana, regista, scrittrice, sceneggiatrice, è nata il 6 maggio 1975 a Roma (Italia).
Nel 2018 ha ricevuto il premio come miglior sceneggiatura al David di Donatello per il film Nico, 1988. Susanna Nicchiarelli ha oggi 48 anni ed è del segno zodiacale Toro.

Le donne di Susanna Nicchiarelli

A cura di Fabio Secchi Frau

Le donne di Susanna Nicchiarelli sono strette intorno alle loro contradditorietà.
Sebbene siano sempre personaggi carismatici, intelligenti, rimane comunque palpabile la loro fragilità, specie quella sentimentale, così come vibranti sono le loro paure e le loro speranze. Ed è per l'appunto questa sospensione tra ragione e sentimento a renderle meno lontane dalla contemporaneità, anche quando appartenenti a epoche recenti come gli Anni Settanta o Ottanta o ormai lontanissime come l'Ottocento.
Perché il conflitto interno, se esiste, esiste al di là del tempo e mette radici nella profondità dell'umanità. E per dimostrare questa comunanza, spesso, è la stessa regista a includere musiche o elementi moderni per spingere il pubblico a meglio assimilare l'attualità dei temi affrontati.
Sono donne come Eleonor Marx, figlia minore del grande filosofo Karl, che seppur innovativa attivista sociale, inciampava nei suoi rapporti con gli uomini e si faceva consumare dai loro sbagli, fino a perirne. Una mancata autoaffermazione nella dimensione intima che, però, non intaccò mai il suo lavoro nella tutela dei diritti dei bambini (portò all'abolizione del lavoro minorile) e delle donne, così come quello realizzato in campo letterario (fu la prima traduttrice di "Madame Bovary" di Flaubert).
Una dicotomia che è presente anche in altre sue opere e che diventa conflitto e misura di un interessante percorso cinematografico, sempre sospeso nella descrizione di donne attratte da due poli opposti.

Studi e primi cortometraggi
Laureata in FIlosofia a Roma, dopo aver frequentato la Scuola Normale Superiore di Pisa, si diploma in regia al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma nel 2004.
Vicinissima a Nanni Moretti, muove i suoi primi passi dietro la cinepresa dirigendo uno dei "Diari della Sacher", cortometraggi prodotti dalla Sacher Film e presentati alla Mostra del Cinema di Venezia del 2001.
Il suo aveva il titolo Ca cri do bo e si immergeva nella storia di quattro adolescenti degli Anni Trenta che, condividendo la scrittura di un diario, riflettevano sugli avvenimenti storici e personali della loro vita.
A questa "corta" fatica, seguiranno altre piccole opere e alcuni documentari. Firma con Marianna Cappi La Madonna del frigorifero, che descrive la vita di una donna rallentata e stranita dai suoi farmaci; sarà poi il turno di Il terzo occhio (2003) e Linguaggio dell'amore (2003), incentrati sulla sessualità femminile.

Opera prima
La sua opera di debutto è invece Cosmonauta (2009), vincitore del Premio Controcampo a Venezia e nominato per la migliore regista esordiente ai David di Donatello e ai Nastri d'Argento. La protagonista è una quindicenne, comunista fin da quando era bambina, a causa di un fratello maggiore che le ha trasmesso la sua passione per la politica e per l'Unione Sovietica. Un film di formazione, quindi, all'interno del quale l'impulsività e la spregidicatezza dell'adolescente si scontreranno contro il sessismo, la conformità e i preconcetti di un'Italia Anni Settanta. Un'educazione politico-sentimentale, ritmata dalle musiche di Max Casacci e Gatto Ciliegia e scandita da temi importanti come l'impegno proletario, la competizione delle due più grandi potenze mondiali, l'appartenenza ai gruppi, l'uso di simboli e, naturalmente, una ricerca di identità che coincide spesso con quella ideologica. La critica ne apprezza l'humour fancillesco, quel tono di leggerezza che scardina purezze e illusioni giovanili, ma anche utopie storiche.
Il film è presentato assieme a due corti di animazione in stop-motion. Uno di questi, Sputnik 5, vince il Nastro d'Argento per aver saputo raccontare la prima missione spaziale sovietica che aveva per come cavie gli animali.

Il secondo film
Per il suo secondo lungometraggio, La scoperta dell'alba, decide invece di trasporre l'omonimo romanzo di Walter Veltroni, mettendo in scena il fantastico contatto con il passato che due sorelle riescono ad avere usando un vecchio telefono fisso nella loro casa al mare. Dall'altro capo, risponderà la loro stessa famiglia, ma in anni in cui il loro padre era ancora vivo e non ancora ucciso da due brigatisti. Quello che la critica ha definito "ping pong temporale" purtroppo non riesce come spera. Malgrado la bravura dei suoi interpreti (Sergio Rubini, Lina Sastri, Lino Guanciale, Margherita Buy), c'è parecchia delusione e calma piatta anche in quel ritrovato filo conduttore che sembra sempre collegare due periodi storici diversi all'interno del rapporto che intercorre tra la Storia collettiva e quella privata. Va comunque riconosciuto alla Nicchiarelli il tentativo di affrontare un sottogenere cinematografico non particolarmente sfruttato in Italia, che comunque ha il pregio di incuriosire.

Per tutta la vita
Nel 2014, esce il documentario Per tutta la vita, che riflette sul referendum che introdusse il divorzio in Italia, ma in senso più ampio anche sui concetti di amore eterno e matrimonio, e non manca di sottolineare l'importante battaglia e presa di coscienza da parte delle donne riguardo al loro diritto di autodeterminazione. Nella sua semplicità, l'opera piace. Piace perché affronta un cambiamento storico e i suoi effetti a un livello multilinguistico. Piace perché abbastanza forte da essere in grado di trasmettere calore. Forse anche merito della scelta della Nicchiarelli di usare come filmati di repertorio i filmini dei suoi genitori.

Nico, Eleonor e Chiara
Nico, 1988 è invece considerato il suo capolavoro. Presentato alla 74° Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, il dignitoso e sensibile biopic sulla cantante del gothic rock tedesco Nico, conferma l'assoluta maestria della regista che con sentimento, empatia, ma soprattutto compattezza, definisce il ritratto di una donna complessa, ma straodinaria. Così come complessa e straordinaria era la sopraccitata Eleonor Marx, la cui vita è raccontata nel secondo biopic della Nicchiarelli Miss Marx. Un'impeccabile ricostruzione su una donna libera, colta e appassionata, contaminata da quello che sarà per lei il futuro (ma che per noi è il presente), che compie la sua rivoluzione, anticipando i tempi moderni, tra tossicità relazionale e la debolezze personali.
Tornerà alla Mostra del Cinema di Venezia in concorso nel 2022 con Chiara, inedito ritratto di Santa Chiara interpretato da Margherita Mazzucco.

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