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Dal romanzo di Max Savigny e Maurice Serral, "Muerte en el Vaticano", questo"MOrte in Vaticano"(1982, Marcello Aliprandi, scomparso 21 anni fa). Aliprandi, regista notevole ma sempre trascurato da critica e pubblico, realizza con quest'opera un film di indubbio valore che, certo, prende spunto dalla morte di papa Luciani(Giovanni Paolo I°), avvenuta nell'autunno(29 settembre) del 1978, ma loi fa arricchendo lo spunto che un giornalista britannico(David Yallop)aveva posto, parlando ai avvelenamento. QUi, secondo il romanzo dei due autori spagnoli, c'è un vero complotto caridnalizio di estrema destra(tesi tutt'altro che impensabile, peraltro, pensiamo alle resistenze che ancora oggi si svolgono contro papa Francesco(Bergoglio), con tanto di killer addestrati, di ritorsioni posteriori etc. Complessivamente, un'opera interessante, anche e soprattutto per il prima, che disegna il rapporto tra il futuro papa(Terence Stamp, grande per chi lo ricorda in "Toby Dammitt" di Fellini(in"Tre passi nel delirito", in "Terorema"di Pasolini e in molte altre opere), e un giovane teologo suo amico8Fab rizio Bentivoglio, allora quasi esordiente), dove si ha un singolare rovesciamento dialettico: se il giovane teologo era un"rivoluzionario"e il più maturo amico professore di teologia era un progressista moderato"ragionevole" poi, invece, il giovane teologo diventail fautore di una teocrazia in realtà delegata alla"casta sacerdotale", sull'esempio indiano....UNa scelta interessante, quella del film-e del libro, ovviamente-, nella quale si inserisce anche l'amopre del giovane parroco-teologo con una terrorista(Paula Molina), dove bisogna ricordare che era l'epoca delle brigate rosse o sedicenti tali... Tra gli interpreti , efficace anche Gabriele Gerzetti, nel ruolo di un cardinale ultraconservatore, tanto per arriccchire il quadro... El Gato
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