Fratello, dove sei?

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Un film di Joel Coen, Ethan Coen. Con George Clooney, John Turturro, Tim Blake Nelson, John Goodman, Holly Hunter.
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Titolo originale O Brother, Where Art Thou?. Avventura, Ratings: Kids+13, durata 110 min. - USA 2000. MYMONETRO Fratello, dove sei? * * * * 1/2 valutazione media: 4,56 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Citazionista, metaforico, un capolavoro d'eleganza Valutazione 4 stelle su cinque

di GreatSteven


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mercoledì 22 novembre 2017

 FRATELLO, DOVE SEI? (USA, 2000) diretto da JOEL & ETHAN COEN. Interpretato da GEORGE CLOONEY, TIM BLAKE NELSON, JOHN TURTURRO, JOHN GOODMAN, HOLLY HUNTER, CHRIS THOMAS KING, CHARLES DURNING, DEL PENTECOST, MICHAEL BADALUCCO, WAYNE DUVALL, ED GALE, RAY MCKINNON
In un campo di pietre del Mississippi lavorano tre detenuti bianchi, unici in un vasto carcere popolato interamente da neri: Everett Ulysses McGill, Delmar O’Donnell e Pete Hogwallop. Il primo convince gli altri due a filarsela a gambe levate dai lavori forzati e dalla vita di stenti in prigione con la promessa di andare a recuperare un fastoso (ma fantomatico) tesoro. Intraprenderanno un lungo viaggio per tutto lo Stato, venendo più volte braccati e ricercati dalla Polizia Federale (addirittura Pete, per un periodo, ritornerà sotto i ceppi a spaccare sassi), incontreranno donne-ninfee che fanno il bagno nei laghi seminude, gruppi del Ku Klux Klan, un giovanissimo chitarrista afroamericano profondamente religioso, i parenti di Pete che lo lasceranno a becco asciutto contro ogni sua aspettativa, e anche la fortuna di incidere (cosa che tornerà loro molto utile in futuro, al punto da permettergli di salvarsi la vita) un brano musicale che raccoglie tonalità dai vecchi canti degli spaccapietre di carnagione scura, intitolato “I’m A Man of Constant Sorrow”, presso una vecchia stazione radio, accompagnati dalla chitarra del simpatico Tommy Johnson. Faranno anche la conoscenza con George Nelson, rapinatore di banche che si proclama il più temibile bandito che l’America abbia mai conosciuto, che poi però si ritirerà lasciando ai tre ex galeotti anche la sua parte di bottino, e che rivedranno più avanti catturato dalle forze dell’ordine. Meno felice sarà l’incontro con Big Dan Teague, venditore ambulante di Bibbie che li malmenerà tutti e tre, forte della sua massiccia corporatura, perché gli avevano in precedenza sottratto l’automobile. Malgrado si scopra, verso la fine del penoso e impegnativo viaggio, che l’unico obiettivo che Everett aveva in testa era quello di raggiungere la ex moglie Penelope per convincerla a non risposarsi, un’alluvione provocata dal cedimento di una diga risolverà in modo inaspettato e rocambolesco le sorti dei tre irriducibili amiconi. Sullo sfondo, la campagna elettorale del governatore del Mississippi in carica Pappy O’Daniel contro lo sfidante Homer Stokes. Dei tre, Pete è un manigoldo con pochi scrupoli e vari parenti campagnoli sparsi un po’ dappertutto, Delmar è alquanto babbeo e dunque preferisce affidare la sua sorte agli altri due, mentre l’unico a possedere un po’ di buonsenso e intelligenza è Everett, il quale è più che altro, però, dotato di una irrefrenabile parlantina. Il trio Clooney-Nelson-Turturro mette insieme un terzetto di protagonisti che, sotto l’egida protettrice e guidatrice dei fratelli più in gamba del cinema statunitense, strappa sonore risate con l’inconfondibile humour nero e lo stile caustico e malinconico che da oltre trent’anni costituisce il marchio di fabbrica incancellabile dei Coen. I tre personaggi principali sanno imbastire un’eccezionale intesa di squadra e un gioco di scambi di vedute molto interessante, ma anche gli altri interpreti non son da meno: la Hunter è una moglie divisa fra il nuovo marito, gentiluomo mingherlino e azzimato, che sta per sposare, e l’affetto che sotto sotto prova ancora per il consorte divorziato, finito dietro le sbarre per aver esercitato la professione di avvocato senza la licenza, e ci mette la sua consueta carineria femminile abbinata ad un piglio volenteroso che non si fa mettere i piedi in testa; J. Goodman è un venditore ambulante di testi sacri che tiene sempre una benda sull’occhio malgrado poi sappia picchiare a dovere chi gli fa dei torti, pur avendolo dapprima blandito con false promesse e raggiri prontamente architettati; C. T. King è l’unico personaggio completamente positivo, che il trio summenzionato salva dal linciaggio dei razzisti per riconoscenza in quanto precedentemente avevano inciso in studio un pezzo che passavano costantemente tutte le radio dello Stato, riscuotendo ovunque un successo strepitoso; C. Durning è il tipico uomo politico d’oltreoceano, in puro stile e senza una sola sbavatura: arrogante, megalomane, pronto a qualunque scorrettezza, determinato e pungente; infine, M. Badalucco è un efficiente ladro di prima categoria, per intenderci uno di quelli che col mitra in pugno fanno sul serio, insofferente al nomignolo per lui riduttivo di Babyface, ma in fondo di buon cuore quando abbandona l’attività criminosa per avviarsi verso un destino che anche lui ignora. Bellissima colonna sonora country che mescola pezzi blues e folk nella migliore tradizione made in USA. I Coen sanno poi coprirsi di collaboratori tecnici che non deludono mai le loro aspettative: alle musiche vediamo T Bone Burnett e Carter Burwell, che impreziosiscono le sequenze di ritmi allegri e concitati; alla fotografia abbiamo Roger Deakins, abilissimo nel prologo nel passare dal bianco e nero iniziale al colore successivo mediante sfumature graduali; un’ottima Nancy Haigh si è occupata della scenografia, ricostruendo con dovizioso rigore stilistico gli Stati Uniti all’epoca della Grande Depressione, con attenzione precipua anche ai costumi che fanno viaggiare con la mente anche lo spettatore più giovane, catapultandolo indietro nel tempo. Il soggetto è liberamente tratto dall’Odissea di Omero e, nonostante la pesantezza e la ridicolaggine della parodia, l’effetto conclusivo è molto più che dignitoso e apprezzabile: una commedia da vedere e rigustare dal principio al termine, senza una sola caduta di tono o un solo momento deprecabile. Come d’abitudine, Joel scrive la sceneggiatura, Ethan produce e insieme dirigono: squadra vincente non si cambia, e questa volta l’eccezione non manda a farsi friggere la regola! Una pellicola davvero squisita, che sa anche far riflettere su temi importanti, e che solo la fucina dei Coen poteva concepire: veramente deliziosa, altissima e divertente oltre ogni previsione. 

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