Dunkirk

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Per nulla il miglior film di Nolan... Valutazione 3 stelle su cinque

di laurence316


Feedback: 27173 | altri commenti e recensioni di laurence316
mercoledì 6 settembre 2017

...né tantomeno tra i migliori film di guerra


Torna Christopher Nolan, uno dei più acclamati (ma anche sopravvalutati) registi degli ultimi tempi, a tre anni da quel Interstellar che non in molti avevano apprezzato, con un film (il suo primo basato su un fatto realmente accaduto) che invece fin dalle prime proiezioni si è aggiudicato un apprezzamento critico praticamente unanime. Un apprezzamento per volti versi sproporzionato rispetto ai reali meriti del film. Che non è di certo un capolavoro, né tanto meno uno dei migliori (se non addirittura il migliore, come qualcuno ha scritto) film di guerra della storia del cinema. Anche perché non si tratta propriamente di un film di guerra. Ma, andiamo per ordine.

La scommessa vinta
La prima scommessa del regista (in questo caso per la gran parte vinta) era quella di creare un film di pura tensione che fosse in grado di “trasportare” in qualche modo lo spettatore nel bel mezzo degli avvenimenti, facendogli quasi credere di trovarsi effettivamente lì sul luogo, straniandolo, opprimendolo e sconvolgendolo (e difatti il film inizia senza tanti inutili preamboli, con giusto un paio di scritte sulle prime scene, per poi calare da subito nell’azione).

La scommessa (purtroppo) persa
Ma è l’altra parte della scommessa quella a creare i maggiori problemi. In questo caso si trattava di “prescindere” dai più basilari principi della narrazione, o dello storytelling che dir si voglia, dando vita ad un film senza un vero protagonista, con decine di personaggi coinvolti (di cui diversi rimangono pure senza nome), scarso sul fronte dei dialoghi (puramente di servizio) e sul fronte della trama, che di fatto non c’è.

Ora, questo non sarebbe necessariamente un male (ma dopotutto neanche necessariamente un bene o un segno di particolare inventiva o genialità come qualcuno parrebbe invece credere) se non fosse che, purtroppo, l’effetto che provoca questo sovraffollamento di personaggi ma soprattutto la loro scarsa (per non dire inesistente) caratterizzazione è un drastico calo di tensione in diverse scene (non ci si preoccupa particolarmente per la sorte dei protagonisti, né si ricorda il nome di anche uno solo di loro al termine della proiezione, e il tutto è abbastanza confusionario per questo motivo e non per le [comunque frastornanti] sequenze d'azione).

Tutto fluisce abbastanza indifferentemente per via della mancanza di reale tensione drammatica nonostante la qualità della regia (anche perché l’esito della vicenda è già scontato, per chi conosca un minimo di storia, ma soprattutto per quanto riguarda la sorte dei personaggi che compaiono più di frequente).

Certo, in alcune scene (durante i bombardamenti, mentre il pilota tenta di uscire dall’abitacolo, ma soprattutto nei combattimenti aerei che difatti intervengono prontamente ogni volta che, evidentemente, pure il regista si è reso conto di star cominciando ad annoiare) il film riesce a tenere sulle spine, grazie soprattutto alla martellante (ma anche alla lunga irritante) colonna sonora di Zimmer, ma in diverse altre invece non vi riesce più di tanto (gli stessi Spitfire e i bombardieri della Luftwaffe compaiono solo sporadicamente e sempre in numero abbastanza scarso considerando il fatto che nella realtà solo gli aerei della RAF compirono oltre 4000 incursioni durante i 9 giorni dell’evacuazione; quando vengono poi bombardate e rovesciate le barche o i cacciatorpediniere [che tra l’altro nella realtà erano 39 e non solo un paio] il tutto è spesso ripreso dall’alto e le decine di soldati non sembrano altro che formichine che si gettano in mare, una massa abbastanza indistinta e anonima [sempre per scelta, vista l’ostinazione a non voler dare dei veri protagonisti alla storia]).

Il problema della portata e dell'"epicità"
Il senso di caos e agitazione si perde abbastanza spesso, e tutto sembra fin troppo ordinato. E, tra l’altro, per un film che vorrebbe essere una grande rievocazione epica, dato l’ostinato rifiuto di Nolan di ricorrere al digitale non riesce invece ad essere veramente grandioso, spaventoso e convulso come fu nella realtà la vicenda (lo stesso numero dei soldati, durante le panoramiche della spiaggia, non sembra mai ammontare a 400.000, neanche lontanamente, e troppe sono le inquadrature “pulite”: niente esplosioni, niente fumo, niente fughe per la sopravvivenza).

Gli "Ignorati"
E i tedeschi e i belgi, ma anche i francesi (salvo per la breve sequenza iniziale) non si vedono mai (nonostante il loro ruolo determinante, e nonostante facessero parte anche loro degli evacuati).

La frammentazione narrativa e l'ulteriore problema della (fastidiosa) colonna sonora
Insomma, per un film che (a detta di molti) non dovrebbe concedere neanche un attimo di tregua in realtà ha diversi momenti in cui si finisce quasi per annoiarsi e in cui non si rende giustizia alla vicenda (basta, per i più pigri, giusto una visita alla pagina di Wikipedia dedicata alla questione, per rendersi conto di quanto più caotici, tragici [nel film non si vede un solo zampillo di sangue e chi muore muore sempre senza fare troppo rumore] oltreché forsennati siano stati gli avvenimenti rispetto a quel che risulta dalla visione del film).

La colonna sonora di Zimmer, poi, insistente e assordante che non si arresta neppure per un secondo è un fattore di non indifferente irritazione. E la frammentazione in tre unità di tempo e narrazione (una settimana sulla terraferma, un giorno in mare e un’ora in cielo) per quanto affascinante è abbastanza fine a sé stessa e porta ad una curiosa sensazione per la quale, ad esempio, un attacco aereo di probabilmente pochi attimi nella realtà sembra durare esattamente quanto un salvataggio in mare che probabilmente richiese diverse ore. Il tutto è, in ogni caso, funzionale a mantenere alta la concentrazione dello spettatore, quindi da questo punto vista nulla da eccepire.

Conclusioni
Concludendo, Dunkirk è lontano dall’essere un totale disastro: come detto, in alcune scene è molto efficace, la regia è sempre di un certo livello così come la fotografia e il montaggio, e a vederlo si ha quasi l’impressione di essere veramente “assediati”. Ma la mancanza di personaggi realmente significativi, la confusionarietà e il frastuono e la conseguenza assenza di momenti emozionanti e di personaggi a cui affezzionarsi si sente. Eccome. Ed è sicuramente un film da vedere al cinema, perché alla TV deluderà in molti e certamente renderà ancor più palesi tutti i suoi limiti e i suoi difetti.

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enricopintonello mercoledì 11 ottobre 2017
un po’ più corta la prox volta
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40%

Ti darei ragione si tant’è cose ma è troppo lunga la tua recensione. La colonna sonora ci sta con quei tempi e quella irruenza, io ne ho più contestato le scelte compositiva già sentite e troppo simili ad altri loro film insieme.

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