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Va bene il B movie; va bene il budget ridotto; va bene il cast di attori semi sconosciuti, ma spacciare per attore protagonista di “Sniper – Forze speciali” un pachidermico e imbolsito Steven Seagal che “recita” forse dieci minuti sul totale di 84 (e per la gran parte seduto o in una postazione da cecchino), non dovrebbe essere consentito. E dire che il film scritto e diretto da Fred Olen Ray non è neanche male, pur ricalcando gli stilemi della solita guerriglia con i soldati Usa impegnati in Afghanistan. Qui una squadra di agenti speciali, guidata dall'esperto sergente Jake Chandler (Seagal), viene mandata in un remoto villaggio afgano per salvare un membro del congresso americano dai talebani. La missione di soccorso va a buon fine ma Jake, separato dal resto del gruppo dopo uno scontro a fuoco con il nemico, resta indietro per aiutare un soldato ferito. Il sergente Vic Mosby (Rob Van Dam, un noto “wrestler”) tenta disperatamente di convincere il maggiore Jackson a lasciarlo salvare i compagni ma gli ordini sono diversi. Naturalmente Vic non li rispetta e prova a salvare i compagni con la sua unità. L'azione nel complesso è avvincente, anche se prevedibile, con l'inserimento di una figura femminile (la fotoreporter rompiscatole figlia di un ammiraglio) che almeno porta un pizzico di novità. Certo che dopo una cinquantina di film dal 1988 ad oggi, dove ha sempre fatto sfoggio della sua bravura nelle arti marziali (in particolare l'Aikido) vedere Seagal – ormai 65enne – arrancare da una sedia all'altra, mette davvero tristezza. Che sia ora di andare in pensione?
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