Eyes Wide Open

Un film di Haim Tabakman. Titolo originale Einaym Pkuhot. Drammatico, durata 91 min. - Israele 2009.
   
   
   

Film delicato e poetico che magnetizza e convince. Valutazione 4 stelle su cinque

di ashtray_bliss


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sabato 11 febbraio 2017

Una pellicola di ottima fattura, ingiustamente snobbata nel Bel Paese, quella del regista israeliano Tabakman che col pretesto di raccontarci una storia d'amore gay ci trasporta all'interno di una comunità ermeticamente chiusa (a dispetto del titolo), ovvero quella degli ebrei ultra-ortodossidi Gerusalemme. Ampiamente ispiratosi al titolo della ben più nota opera ultima di Kubrick, Eyes Wide Shut, il regista riprende il titolo modificandone parola e senso. Qui gli occhi ermeticamente aperti, infatti, possono essere interpretati come quelli di Aaron che decide di aprirsi ad una esperienza di vita completamente nuova e diversa da quella che conduceva fino a poco tempo prima. Un'esperienza che lo riempie di vitalità, facendolo rinascere da una vita che lui stesso paragona alla morte. Mail titolo potrebbe altresì riferirsi alla piccola e chiusa (in ogni senso della parola) comunità che scruta, osserva, pedina ogni mossa di Aaron tenedo lo sguardo fisso su di lui, per giudicarlo, condannarlo e alla fine ostracizzarlo dal suo stesso ambiente.
Eyes Wide Open offre quindi uno spaccato vivido e verosimile della vita all'interno della comunità di ebrei ortodossi, seguendo una costruzione narrativa semplice e lineare che tuttavia nella sua semplicità riesce a conquistare e coinvolgere lo spettatore scena dopo scena. La storia, classica ma mai banale, segue la vita routinaria di Aaron, rispettabile marito e padre di famiglia nonchè religioso praticante, che decide di riaprire la macelleria del padre defunto. Non essendo più in grado di gestire l'attività da solo, metterà un'annuncio per trovare un impiegato. Nello stesso giorno si presenta nel suo negozio Ezri, giovane studente universitario che cerca riparo dalla pioggia e non stenta a offrirsi come aiutante. Successivamente Aaron, rendendosi conto che il giovane non ha nessuno in città in grado di ospitarlo, decide di accoglierlo e fornigli come alloggio la camera all'interno della macelleria. Nello scorrere semplice e regolare dei giorni, i due uomini diventeranno sempre più vicini scoprendosi prima amici e poi facendo fiorire una progressiva passione, travolgente e proibita. L'amore omosessuale infatti trasgredisce le regole di Dio e quelle della Torah, benchè proprio i testi sacri affermino che il volere di Dio è la felicità per la sua creatura più perfetta; l'uomo. Eppure non vi è spiraglio di felicità nella maturazione dell'affettività, e della passione, tra i due uomini rilegati all'interno di ferree regole sociali e religiose dalle quali è impossibile fuggire o trasgredire. In una comunità dove persino i matrimoni (strettamente eterosessuali) sono combinati dalle famiglie degli sposi, piuttosto che dai diretti interessati, e dove ogni forma di amore che non viene approvata dalla collettività viene condannata e soppressa, Aaron ed Ezri provano a resistere, sfidando le regole tacite della loro comunità. Dapprima invitato a staccarsi da Ezri e cacciarlo dal negozio, Aaron, assoluto protagonista della pellicola, si vede schiacciato tra fede, dogmi religiosi e regole sociali. Provando sensi di colpa e cercando di sopprimere i suoi sentimenti e istinti Aaron infine confesserà, a se stesso in primis e al rabbino della comunità, che grazie ad Ezri è avvenuta la sua rinascita.
Dall'altra parte invece, il giovane studente appare sin da subito sicuro di se stesso e del suo orientamento sessuale, che lo contraddistingue dal resto degli uomini. Accettando se stesso così com'è, senza vergogne o remore, Ezri vive la sua vita sotto la luce del sole riuscendo a trascinare con sè anche l'insospettabile Aaron. Ma l'avversione e l'astio nei confronti dei due non tardano a manifestarsi. Lo scandalo che ha scosso la piccola comunità viene messo sulla bocca di tutti e costringe anche la famiglia di Aaron (ed egli stesso) a vivere nella vergogna e nel disonore. Lo sgomento sociale assumerà anche la forma più drastica e violenta di minacce, insulti, boicottaggio della macelleria. Alla fine, purtroppo, l'amore sbocciato tra i due amanti è destinato a svanire, sacrificatosi a causa di una mentalità troppo chiusa e ottusa per accettare una forma d'amore differente.
Il regista dunque, riesce in modo impeccabile e perfettamente bilanciato a fotografare le contraddizioni che imperano all'interno di questa comunità, impermeabile ed inflessibile ai cambiamenti e all'accettazione di qualcosa che trascende le regole della tradizione e della religione. Una comunità refrattaria alle novità che in maniera dapprima subdola e poi esplicita condanna come immorale ed inaccetabile il sentimento d'amore sbocciato tra due persone dello stesso sesso. Persone che come Aaron, non sopportando il peso dei sensi di colpa autoinflitti per aver tradito il proprio Dio, la famiglia e la comunità lo porteranno a compiere un irreversibile e drammatico atto estremo di 'espiazione' finale. E l'amore, quel potentissimo e nobile sentimento che Dio ha donato all'uomo per renderlo felice, qui si trasforma in un insostenibile fardello, una colpa da espiare, una macchia da mondare. Basato su pochi ma incisivi dialoghi, lunghi silenzi, sguardi e gesti che comunicano un ventaglio di emozioni difficili da veicolare col solo linguaggio, Eyes Wide Open conquista e ci immerge in questo mondo parallelo; quello degli ebrei ortodossi, fatto di gesti altamente simbolici, usi e costumi antichi ed evocativi costituiti da preghiere, kippah, mikveh(bagni rituali) e studio della Torah e del Talmud. Tabakman mette in atto un dramma verosimile e intenso in bilico tra la denuncia sociale e il dramma esistenziale.
Spartano nella messa in scena ma ricco nei contenuti che evidenziano le contraddizioni e i contrasti interni alla comunità ortodossa. Coadiuvato da ottime interpretazioni, verosimili e convincenti, questo prodotto risulta un vero e proprio gioiello raro. Se riuscite a trovarlo non perdetevelo. 4/5. 

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