I 12 cani di Natale |
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Un film di Kieth Merrill.
Con Jordan-Claire Green, Tom Kemp, Susan Wood (II), Adam Hicks, Jim Jackman.
continua»
Titolo originale The 12 Dogs of Christmas.
Commedia,
- USA 2005.
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ottimo fillm natalizio e storico-socialedi elgatolocoFeedback: 257537 | altri commenti e recensioni di elgatoloco |
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martedì 13 dicembre 2016 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Non sono moltissimi i film sulla"Great Depression", ossia sulla crisi post-1929(crollo di Wall Street e conseguenze in tutti gli States e, in misura diversa, in tutto il mondo)ma questo"The 12 Dogs of Christmas"ha una valenza particolare: a parte la simpatia dei dogs in questione, anche diversissimi tra loro ma oltremodo capaci di attivare una spontanea"pet-therapy", quasi un benefico contagio che costringe un malaccorto sindaco ad accettare un"orphanage"apposito, dopo che"No Dogs"era diventata la divisa della cittadina, la storia della"grande crisi"viene vista dall'ottica dei bambini/e, dove la protagonista è immigrata dalla città(Pittsburgh, nella fattispecie)e dall'angolo visuale di una cittadina nettamente rurale e a base di pastorizia, dove un "vilain"accalappiacani diviene quasi il simbolo archetipico del"male"per eccellenza, ossia di un male sociale causato decisamente da persone intenzionate a causarlo; che poi l'analisi storico-sociale non si spinga fino a individuarne le concrete cause socio-economiche"di classe"è chiaramente dovuto sia a esigenze di produzione(per cui l'interclassismo negli USA è"sacro"), ma anche alla necessità di essere comprensibili da parte di bambini/e. Opera notevole, non solo gradevole, sul piano stilistico(movimenti di macchina efficaci quanto calibrati ed essenziali)e su quello della produzione di senso, in un film che è anche comico e sa esserlo, mostrando però situazioni(sociali, familiari, umane in genere)che sono tutto fuorché comiche in partenza; e lo fa rispettando i diversi piani, cioè non confondendo istanze e problematiche tra loro profondamente diverse. Grande misura negli/nelle interpreti, a iniziare da Susan Wood, la ragazzina protagonista, ma realmente con il concorso di tutti/e. Un film da proporre come anelito reale alla fraternità/"comunità"(uso qui volutamente un termine altrimenti molto discusso, che alcune interpretazioni di Toennies hanno voluto interpretare in una chiave forse non voluta dall'autore)tra persone"umane"e animali, ma più in genere come film di Natale profondamente inteso, ove se ne intenda l'essenza profonda, appunto. El Gato
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