Anni facili

   
   
   

Lo studio degli italiani in "Anni facili" (1953) Valutazione 4 stelle su cinque

di AlfioSquillaci


Feedback: 1269 | altri commenti e recensioni di AlfioSquillaci
martedì 4 ottobre 2016

 "Anni facili" (1953) 

E' un film dimenticato di Luigi Zampa al cui soggetto & sceneggiatura collaborò Vitaliano Brancati, già ispiratore di "Anni difficili", 1948, film che a sua volta si ispirava al racconto amarissimo dello stesso Brancati "Il vecchio con gli stivali".
"Anni facili" è la storia di un Cittadino esemplare, l'integerrimo Prof. De Francesco (interpretato da Nino Taranto) che rifiuta sdegnosamente di accelerare la pratica del "Virilon" (il viagra dell'epoca) mettendo in atto le pastette di sempre. E perciò in cambio di un sussidio aggiuntivo da parte del suo produttore si sobbarca, per promuovere comunque il rilascio della licenza del prodotto, l'iter normale della burocrazia e dei suoi tortuosi labirinti, piuttosto che smuovere le amicizie e raccomandazioni che pure potrebbe attivare, non venendo alla fine, come prevedibile, a capo di nulla. Il fabbricante del prodotto miracoloso trova nel frattempo, con il rilascio di una mazzetta, lo sblocco della sua pratica e taglia perciò i viveri al De Francesco, che però è in grandi ristrettezze, assediato com'è da spese vive per il matrimonio imminente della figlia.

Di fronte ai passaggi trasformistici dei politici ( a cazzotti in aula parlamentare di giorno ma la sera tutti da Fortunato al Pantheon!) e ai loro accordi sotterranei con la burocrazia, nell'arte tutta italiana di sottoporre i principi alle convenienze - ma di strillarli alti e forti i principi con una corda vocale, nello stesso momento in cui un'altra corda cede in flessibilità e spirito di adattamento-, De Francesco resiste strenuamente come può al clima diffuso di corruzione, proprio come una vergine in un bordello, e lui, che è veramente un Cittadino corretto e rispettoso delle leggi, è indotto alla fine a una infrazione al proprio codice morale. Strozzato dalla necessità, dalle spese cui lo hanno indotto i familiari e la figlia, trucca un esame, e come sempre accade, rispetto al grande magna magna, è l'unico a pagare, e come Pinocchio è condotto dai carabinieri in galera (ho citato la trama a mente, spero di non essere incorso in svarioni).

L'amaro apologo brancatiano (come quello del "Vecchio con gli stivali" ) si situa in un momento in cui l'Italia si risvegliava dopo l'ubriacatura fascista (leggere le pagine attente e acute di "Diario romano") e circolava tra gli spiriti un'istanza forte di rinnovamento della morale pubblica. C'è una scena in cui si immagina come deve essere accolto il Cittadino, il vero sovrano adesso in tempi di Repubblica in un ufficio pubblico." Ecco il signor Cittadino, ma prego si accomodi, lei è il vero sovrano della repubblica ecc ecc." La farsa del cittadino sovrano in democrazia, uguale davanti alla legge, sfuma non appena la vecchia bestia dormiente dell'italiano flessibile e senza principi si sveglia e trionfa la corruzione e il malaffare.

Brancati ha dedicato buona parte della sua arte a individuare l'italiano eterno, quello duttile e flessibile di sempre, molto prima della "commedia all'italiana", la quale contrasse con il suo moralismo acre e risentito qualche debito. Fu lui, peraltro, in piena guerra, 1942, a tirare dall'oblio, a scriverne la prefazione e a farlo circolare, unitamente ad altri scritti, lo strabiliante ed eterno "Discorso sopra lo stato presente dei costumi degli italiani" di Giacomo Leopardi. "Discorso" che subito dopo questa fiammata nel dopoguerra, grazie a Brancati, ritornò nella penombra della coscienza pubblica, fino a quando con "Tangentopoli" venne ripubblicato in almeno una dozzina di edizioni (quelle contate da me). Segno che la domanda su come siamo fatti ritorna ciclicamente di fronte alle crisi ricorrenti dell'italiano con se stesso.

Ritorna perciò la riflessione sull'italiano "eterno" in circolazione, quello che attraversa le epoche e i climi politici tutti, per ritornare a fare sempre "il suo Dio", ossia ciò che la storia, la natura, e il "carattere" gli suggeriscono di essere o di fare fino a quando non sbatterà frontalmente contro l'ostacolo che lo sbriciolerà per sempre. Perché l'italiano, ammaestrato da secoli di Commedia dell'Arte, prima di essere, fa l'italiano, lo recita, lo interpreta il proprio carattere meglio di un attore scafato. Assumendo di volta in volta la faccia di Nino Taranto, Alberto Sordi, Vittorio Gassman. E oggi? Mettete voi la vostra testa di turco.

[+] lascia un commento a alfiosquillaci »
Sei d'accordo con la recensione di AlfioSquillaci?

Sì, sono d'accordo No, non sono d'accordo
100%
No
0%
Scrivi la tua recensione
Leggi i commenti del pubblico

Ultimi commenti e recensioni di AlfioSquillaci:

Anni facili | Indice

Recensioni & Opinionisti Premi
Multimedia Shop & Showtime
MYmovies

Pubblico (per gradimento)
  1° | alfiosquillaci
Rassegna stampa
Mario Gromo
Nastri d'Argento (10)


Articoli & News
Scheda | Cast | News | Foto | Frasi | Rassegna Stampa | Pubblico | Shop |
prossimamente al cinema Film al cinema Novità in dvd Film in tv
Altri prossimamente » Altri film al cinema » Altri film in dvd » Altri film in tv »
home | cinema | database | film | uscite | dvd | tv | box office | prossimamente | colonne sonore | Accedi | trailer | TROVASTREAMING |
Copyright© 2000 - 2024 MYmovies® // Mo-Net All rights reserved. P.IVA: 05056400483 - Licenza Siae n. 2792/I/2742 - credits | contatti | redazione@mymovies.it
Normativa sulla privacy | Termini e condizioni d'uso
pubblicità