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Gran bel film, naturalmente mai considerato da chi pretende dai film bellici schematiche condanne di principio della guerra e simili ovvietà. Coppola aveva già raccontato l'epica assurda della guerra del Vietnam in "Apocalypse Now", uno dei capolavori assoluti del cinema di sempre. Qui sceglie un punto di vista completamente opposto: quello di un militare in carriera che resta negli Stati Uniti, vede le giovani reclute partire per il Vietnam e poi si ritrova a seppellirle in massa nel grande cimitero. Questa visione "patetica", privata, della guerra ha fatto pensare a qualche critico superficiale che Copola di colpo sposasse la causa militarista, il che dimostra solo la cecità di chi guarda il film... Coppola non ha di colpo cambiato chissà per quale motivo la sua idea, è semplicemente un grande regista che qui ci racconta dei personaggi che stanno dall'altra parte, e vivono tra l'altro le angosce dei padri cui muoiono i ragazzi, esattamente come era successo nella sua biografia al regista. E' un gran bel film, dal racconto solido, che ha un pregio scambiato dagli ideologi per difetto: non vuol parlarci pro o contro la guerra, questione francamente da dibattiti da sala parrocchiale, ma raccontare dei personaggi e i loro drammi, questione che fa parte di un cinema di ambizioni e livello un po' più alto rispetto ai pistolotti scontati su cose che tutti condividiamo.
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