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Peabody e Sherman sono due dei personaggi creati da Ted Kay che hanno avuto notevole successo negli anni '60, con Rob Minkoff che ha impiegato una decina di anni per portarli sul grande schermo. Peabody è una cane scienziato superintelligentissimo che vive col figlio adottivo, l'umano Sherman. Ma il ragazzino, per far colpo sull'amichetta, causa un pasticcio, entrando con lei nella macchina del tempo. Bella l'animazione e il viaggio nel tempo tra antico Egitto, Roma, Rivoluzione Francese e Rinascimento fiorentino, il sottotesto sulle difficoltà dell'essere un buon genitore è serissimo ma la presa di posizione sulle famiglie diverse appare pretestuosa e un po' presuntuosa. Anche le gag appaiono fin troppo surreali col regista che in ogni caso rimane fedelissimo all'originale. Ma il cartoon soffre soprattutto il passaggio al grande schermo visto che l'originale era una striscia di pochi minuti all'interno della serie animata "The Rocky and Bullwinkle Show" e farne una storia per una cartone da cinema è cosa piuttosto complicata. In Italia, nonostante sia una produzione DreamWorks, è passato piuttosto inosservato, ha incassato poco ed ha avuto pochissime settimane di programmazione in sala, dovuto anche alla scarsissima conoscenza dei due protagonisti da noi, al di là della qualità del prodotto. Cartoon che gioca coi paradossi e che elogia (come fanno in troppi ormai, stancando) il diverso, qui comunque, si esagera e il risultato è un nonsense farsesco con velleità d'insegnamento storico. Inutile dire che la noia prende subito il sopravvento e nemmeno il lungo viaggio nel tempo aiuta.
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