La ragazza della 5ª strada

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Un film di Gregory La Cava. Con Walter Connolly, Ginger Rogers, Verree Teasdale, Tim Holt, James Ellison.
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Titolo originale Fifth Ave. Girl. Commedia, b/n durata 83 min. - USA 1939.
   
   
   

L'ironia di La Cava sull'intreccio sociale Valutazione 4 stelle su cinque

di darkglobe


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lunedì 24 novembre 2014

Tutti possono ricordarsi facilmente di Gregory La Cava per la deliziosa commedia L'impareggiabile Godfrey. La ragazza della quinta strada, diretto e scritto in collaborazione con Allan Scott, riprende il tema della differenza e commistione di classi sociali su cui lavorare con sagace ironia, ma questa volta il ruolo del Godfrey è affidato ad una saggia e squattrinata ragazza di nome Mary Grey, interpretata da Ginger Rogers che per la prima volta abbandona il ruolo di ballerina - pare quasi voglia farlo dimenticare - e dimostra di essere una vera attrice.
Il film inizia con una discussione tra il ricco industriale di pompe idrauliche Alfred Borden (Walter Connolly) ed alcuni rappresentanti sindacali, che, nonostante l'azienda sia in difficoltà ed abbia già concesso le quarantaquattro ore, richiedono al padrone nuovi sforzi economici. La discussione sembra animata ma, una volta conclusasi, l'industriale, che subito dimostra la sua vera indole informandosi se i familiari dei suoi interlocutori stiano bene, riceve in regalo dalla propria segretaria una sgargiante cravatta, essendo il giorno del suo compleanno. Purtroppo tornato a casa speranzoso per una calorosa accoglienza, trova solo il fidato e impomatato maggiordomo Higgins (Franklin Pangborn), suo mentore e scudo morale il quale, di fronte all'amarezza dell'industriale, che maledice le pompe e ricorda che nella vita "avrebbe voluto solo una famiglia e potersi divertire", gli confida di "essere felice potendo assaporare i privilegi dei ricchi senza il peso delle loro responsabilità". Alfred ha infatti appena scoperto che i familiari si sono dimenticati del suo compleanno ed addirittura la moglie Martha (Verry Teasdale) è in uscita galante con un noto gigolò, il figlio Tim (Tim Holt), invece di occuparsi dei clienti dell'azienda, è fuori per una partita di polo e la figlia Katherine (Kathryn Adams) sta bighellonando con i suoi amici. Stufo della situazione e su suggerimento di Higgins se ne va a Central Park per distrarsi e lì incontra su una panchina una ragazza con soli 5 dollari in tasca, una mela da mordere e qualche biscotto, alla quale propone di festeggiare il suo compleanno nel miglior ristorante della zona. Di lei si sa poco, tranne che sia un angelo roosveltiano che disprezza i ricconi della "quinta strada", ma che per fame accetta l'invito. Ed è alla festa che Alfred Borden si fa riconoscere dalla moglie, che cena giusto lì con il suo accompagnatore, mentre il marito offre champagne a tutti i clienti del locale. La mattina dopo - la serata si è conclusa con ubriacatura e scazzottate varie - l'industriale, con un occhio nero, ritrova in casa Mary, che, ormai alticcio, aveva invitato a dormire da lui, suscitando così l'immediata gelosia dell'attonita moglie; è allora in quell'istante che intuisce come risollevare le sorti della sua sgangherata famiglia, offrendo a Mary uno stipendio di segretaria, accompagnatrice e finta amante. Con Mary, che si divide tra le stanze dei ricconi e quelle della servitù dispensando la sua saggezza, Alfred si dedica all'allevamento di piccioni sul terrazzo della propria abitazione, tra la disperazione del figlio Tim, che vede franare l'azienda familiare, e quella della moglie Martha, che sente sfuggirsi di mano il marito; il quale ultimo organizza sadicamente finte uscite festaiole notturne, accompagnato dall'amica in piume e lamé, mentre in realtà l'autista comunista Mike (James Ellison), di cui è invaghita la figlia Katherine, li scarrozza semplicemente in auto per il quartiere.
Il figlio Tim, che inizialmente mostra tutta la sua intolleranza per Mary, si trasforma per necessità in abile manager pur di recuperare le sorti dell'azienda, mentre Martha si riavvicina progressivamente al marito, abbandonando il suo amante. Alla fine Mary, stufa della farsa, confessa in lacrime la verità mentre Katharine annuncia che ha sposato Mike, il quale ha deciso di licenziarsi e di aprire un negozio di riparazioni, suscitando lo sconcerto di Martha, a cui l'industriale ricorda però che iniziarono allo stesso modo il loro matrimonio. Alfred Borden torna quindi a dormire nuovamente nella stanza della moglie mentre Mary può finalmente andarsene via, avendo pienamente svolto il ruolo di rinsaldatrice di una famiglia al collasso; ma a quel punto il giovane Tim, ormai innamorato di lei, la prende in braccio e la riporta a casa.

Si tratta di un film dal passo attento, con una sottile ironia, basata su battute memorabili e che mira allo spettacolo che nasce dall'intreccio e dalla commistione delle classi sociali: "Bella la tua casa", afferma Mary sotto la scala imponente, simbolo dell'opulenza della famiglia Borden, "Certo, meno la vedo e più mi piace" risponde l'industriale. I ricchi sono in questo clima permeati da uno strano senso di colpa (il capofamiglia si dichiara "non capitalista, ma vittima del capitalismo") e chissà da dove viene la ricchezza che in fondo dovrebbe avere origine solo dalla laboriosa ricostruzione successiva ai disastri del '29; la figlia si diverte, nonostante il fallimento familiare ed industriale, a giocherellare con una pletora di facoltosi e vuoti figli di papà, ma in cuor suo prova un debole per l'umile Mike, anticapitalista quasi comico nella sua ostentata e un po' ottusa difesa delle classi povere; la saggia Mary afferma infine che "i ricchi non sono altro che poveri con i soldi", a sottolineare quanto possa essere imponderabile il confine tra classi agiate e disagiate (come del resto dimostrava il buon Godfrey), queste ultime declinate da La Cava in varie ed originali forme.
Poi c'è il divertito gioco delle coppie, che si alternano scenograficamente in posizioni analoghe di fronte alla camera, lei a sinistra lui a destra (Alfred e Mary, il gigolò e la moglie, Tim e Mary) quasi a segnare la continuità logica di questo strano intreccio sociale e di coppie. Ultima stranezza, che conferma l'ironia con cui sono stati costruiti i personaggi della scenografia, è la similitudine tra i nomi dei due figli del protagonista e i nomi reali degli attori. Grandiosa l'interpretazione di Walter Connolly a cui per la prima volta venne affidato il ruolo di protagonista principale.
In conclusione un film all'apparenza leggerino dietro il quale si nasconde la mano sapiente di un regista di rara raffinatezza che, come giustamente scrive qualche critico, meriterebbe una seria retrospettiva.

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