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E’ trascorso oltre mezzo secolo da quando i protagonisti di questo film, più farsa che comico, lo hanno interpretato, ma sono ancora vivi nella memoria dei milioni di italiani che li hanno visti recitare tantissime volte, singolarmente o insieme. Anche questa storia buffonesca è stata proiettata moltissime volte al cinema e su tutti i canali tv. Questa è la prova provata che un film comico sdi questo genere, raccoglie ancora tanti consensi dal pubblico, a dispetto dei rigorosi critici..... d’arte. Vale la pena considerare che una barzelletta non può definirsi poesia, pur tuttavia può essere una bella o brutta barzelletta, e questo film è ...“una bella barzelletta”!.
La settima musa comprende diversi generi di film, per esempio: dallo storico al giallo,dal fantastico al neorealismo, dal drammatico al comico, ed è nell’ambito di ciascuno di questi generi che un film va valutato. Certo un capolavoro prescinde da tale distinzione. Fatta questa premessa d’ordine generale veniamo a questo film.
Inutile soffermarsi su uno stuolo di attori tra cui Memmo Caratenuto, Ignazio detto “Il Torchio”, il solito Mario Castellani, Dorian Gray (la figlia Valeria), che pure fanno la loro parte; vale la pena invece citare la magnifica prova di Titina De Filippo che ricopre il ruolo della moglie di Antonio,Antonio De Curtis, detto “Totò”, e non poteva chiamarsi altrimenti. Grande attrice che ricorda tanto il fratello Edoardo nella mimica facciale e nell’ interpretazione. Una moglie dalle mie idee per risparmiare,,,sulla pelle del povero marito,povero in ogni senso. Inutile fargli indossare una normale camicia, se basta solo l’essenziale, soltanto quel tanto che serve per far vedere d’averla, felicissima idea quella di mettere una mosca viva nella zuccheriera, per controllare che Antonio non vada a prendere più zucchero di quanto gli spetti per razione. Cosa dire poi dell’accorgimento di legare le posate al tavolo per evitare che l’ospite le rubi, come in tanti altri film del solito Totò, ad esempio “Miseria e nobiltà” e “Sua eccellenza si fermò a mangiare”.
La vittima della moglie ricca ed avara è Antonio che a suo modo si rifà con il barbiere Peppino, Peppino De Filippo, e poteva non chiamarsi Peppino? La spalla del comico nazionale ha condiviso la buona e cattiva sorte con Antonio De Curtis per es. nell’indimenticabile film “Totò,Peppino e la...malafemmina”, una coppia perfetta, esilarante, dalle mille trovate, situazioni e battute, di spirito e...no! povero Peppino vilipeso,offeso e calpestato. La comicità non si arresta mai, ce n’è per tutti i gusti, dal gioco di parole alle fatidiche torte o piatti in faccia, dalle cadute allo sfottò, dalla presa in giro al finto pianto greco.
Il regista Camillo Mastrocinque, sempre con la stessa coppia, nel 1956 ha girato oltre a questo, e all’altro già citato, anche “La banda degli onesti”.
Parafrasando potrei dire che le barzellette...non vanno mai sole!
Ma sé è vero, come è vero, che il riso fa buon sangue ben vengano barzellette come questa ad allietare qualche ora delle nostre travagliate giornate. Tutto sommato meglio ridere che ...piangere per le migliaia di morti... che si vedono nei film sulla violenza.chibar22@libero.it
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