The Last Will and Testament of Rosalind Leigh |
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Un film di Rodrigo Gudiño.
Con Aaron Poole, Vanessa Redgrave, Julian Richings, Stephen Eric McIntyre, Charlotte Sullivan.
continua»
Horror,
durata 72 min.
- Canada 2013.
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Sorprendente!di GianlucaRinaldiFeedback: 2211 | altri commenti e recensioni di GianlucaRinaldi |
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martedì 9 settembre 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Prendendo ispirazione tanto dallo Shyamalan pre "Ultimo Dominatore Dell'Aria" quanto sopratutto dal conterraneo Del Toro, il messicano Gudiño (che qui scrive e dirige) ha confezionato un esercizio di stile orrorifico con piccoli mezzi ma grandi risultati. Cast ridotto all'osso. Può facilmente venire alla mente il Radcliffe del discreto "The Woman In Black", ma Aroon Poole lo supera reggendo, almeno per un terzo, il film sulle sue spalle (anche se solo per 80 minuti scarsi, è l'unico attore che vediamo). I rimanenti due terzi vengono gestiti sapientemente da Vanessa Redgrave e dall'ambientazione: la prima appare unicamente come voce fuori campo, ma la fluidità e l'immedesimazione che dimostra lasciano il segno. Per quanto concerne il setting, salta subito all'occhio il notevole senso dello spazio e l'attenzione ai dettagli dimostrata dal regista. La casa è resa in maniera davvero inquietante, merito anche di tutte le terribili statue degli Angeli. Puntando sull'atmosfera e sull'ottima regia, Gudiño sa come far aspettare: pochissimi dialoghi, qualche rumore sinistro e molti silenzi. La tensione viene mantenuta costante anche dalla ricorrenza di presagi (che generano attesa) e dalla misteriosa creatura dagli occhi gialli, ben fatta e alquanto paurosa. Altro merito del film è la sua sorprendente lontananza dai cliché del genere, accostata alla scelta del tutto originale di trattare una setta dedita ad un culto angelico (non demoniaco o satanico) in maniera non violenta, escludendo scene di torture o sacrifici. Resta enigmatico tanto l'inizio (il feto è visto come un dono divino?) quanto il finale, aperto a due possibili interpretazioni: quella soprannaturale e quella psicologica ("quando si è soli, la solitudine può essere un mostro"). Leon ha affrontato l'oscuro demone dagli occhi gialli (plausibile frutto del suo rifiuto verso la Fede) o ha semplicemente espiato la colpa per l'abbandono della madre, tentando di ricongiungersi con il suo spirito? Forse entrambe le cose. Resta indiscutibile la fattura raffinata ed elegante del film, un must per gli amanti del genere e non solo.
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