La grande bellezza |
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Un film di Paolo Sorrentino.
Con Pamela Villoresi, Franco Graziosi, Pasquale Petrolo, Serena Grandi, Maria Laura Rondanini.
continua»
Drammatico,
durata 150 min.
- Italia, Francia 2013.
- Medusa
uscita martedì 21 maggio 2013.
MYMONETRO
La grande bellezza
valutazione media:
3,35
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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La ferita della bellezzadi gabriellaFeedback: 16276 | altri commenti e recensioni di gabriella |
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giovedì 26 giugno 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Meglio scrivere adesso del film di Sorrentino, adesso che si sono spenti i riflettori, che la consegna degli oscar sia già avvenuta, lontano dalle polemiche e dalle discussioni se era meritato o meno “ Via dalla pazza folla” e dal clamore suscitato. La grande bellezza è uno di quei film che ogni volta lo si rivede si trova sempre qualcosa di nuovo, uno scorcio, un'immagine, una frase che a prima vista magari erano passati inosservati, una bellezza che si rinnova senza sfregiare lo splendore del passato. Jep Gambardella, giornalista con al suo attivo un unico libro scritto in gioventù appena arrivato nella capitale, alla soglia dei 65 anni si trova a fare un bilancio della sua vita, a dire il vero ben poco lusinghiero. Abituato a feste e mondanità, si accorge che il tempo è trascorso e con esso la bellezza, la capacità di emozionarsi, ma con una gran voglia di ritrovare un senso al proprio esistere Forse perchè ormai è tempo di scendere da quei trenini che non vanno da nessuna parte, carichi di passeggeri che si lasciano condurre passivamente, una babele di personaggi storditi dal chiasso e dalla musica, corpi ormai in disfacimento dove nemmeno il bisturi può porvi rimedio, gente fallita aggrappata a un passato ormai sbiadito, Jep non si trova più suo agio in quel mondo che ha sempre frequentato come protagonista indiscusso, cerca una scossa per risalire dal buio alla luce, è infastidito dai riflettori, così come suor Maria, “La Santa”fuori posto dinanzi a una folla incuriosita da qualcosa che non si può raccontare, un mucchietto di ossa al centro della sala che fa dondolare il piede fino a perdere la pantofola ( omaggio del regista a “Vacanze romane” dove a una bellissima Audrey Hepburn ( principessa in vacanza a Roma), scivola la scarpetta davanti a una platea di giornalisti, omaggio alla Roma di un tempo, appena uscita da una guerra e che si ricostruiva dalle macerie)? Una Roma ,quella di Sorrentino, che si disgrega, perde identità, così come appare nelle passeggiate solitarie e notturne del protagonista, tra le vie della capitale illividite da una luce liquida, dove tutto sembra uguale, dove si finisce per diventare funzionari del nulla. L'unico rifugio rimane l'amicizia con Ramona, una spogliarellista , poco colta, ma capace di sincera ammirazione per le cose belle, e la convivialità con la domestica filippina. Il ricordo di un amore giovane riaffiora ostinatamente in Jep, e attraverso il ricordo di un'antica estate assopita, di fronte a tanta opprimente bellezza, ci sono i basamenti di un nuovo inizio ( un nuovo libro)? “ Nella profondità dell'inverno, ho imparato, alla fine che dentro di me c'è un'estate invincibile” La pace meravigliosa di quell'estate assopita entrava in me come una marea. [...] Come se quella grande ira mi avesse purgato dal male, liberato dalla speranza, davanti a quella notte carica di segni e di stelle, mi aprivo per la prima volta alla dolce indifferenza del mondo. Nel trovarlo così simile a me, finalmente così fraterno, ho sentito che ero stato felice, e che lo ero ancora.
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