Shell

Un film di Scott Graham (II). Con Chloe Pirrie, Tam Dean Burn, Morven Christie, Iain De Caestecker, Kate Dickie.
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Drammatico, durata 90 min. - Gran Bretagna 2012. MYMONETRO Shell * * * 1/2 - valutazione media: 3,63 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

shell: la conchiglia che si schiude Valutazione 4 stelle su cinque

di angelo umana


Feedback: 110710 | altri commenti e recensioni di angelo umana
mercoledì 2 aprile 2014

 

 

Pete e Shell appartengono l’uno all’altra. Sono padre e figlia 17enne, la madre andò via quando la piccola aveva 4 anni. Pete aveva costruito per lei quel posto, un distributore di benzina con annessa abitazione e officina di riparazioni, sperduti nelle Highlands scozzesi, “a volte non vediamo auto per una settimana, ma non importa”. Shell basta a papà e gli è necessaria perché soffre di attacchi epilettici. Chiede spesso al padre “Mi ami?”, parrebbe che i due siano legati da un rapporto incestuoso, ma ha bisogno di qualcosa che in quell’isolamento non ha. Lì c’è troppo silenzio e solo un paio di abituali visitatori che si riforniscono di benzina, entrambi attratti dalla ragazza: Hugh, uomo solo e separato con due figli che vede raramente e Adam, giovane la cui madre è “la miglior cliente del pub” dove il ragazzo lavora. Ci sono poi i clienti occasionali, una coppia viene soccorsa da Pete dopo aver investito un cervo, la donna lascia in dono a Shell un libro che la incuriosiva, “Il cuore è un cacciatore solitario” di Carson McCullers (storia di diversi, marginali, sconfitti che ancora sognano e reclamano la loro parte di comprensione e tenerezza). Anche una mamma con la sua bambina in un’occasione sostano nell’area di servizio, la bambina sembra “sciogliere” con uno sguardo l’apparente durezza di Pete che solitamente, geloso della figlia, sembra non voler avere mai persone tra i piedi. Shell è attratta dai radi viaggiatori che arrivano e ripartono, ne è curiosa, fa domande, a 17 anni per lei il mondo è altrove. Le sue poche “evasioni” sono il suo primo rapporto con Adam, in auto, una canzone dei Dire Straits alla radio, “Walk of life”, al cui suono balla sola e libera in cucina, una corsa per strada a inseguire un’auto per riconsegnare alla bambina la bambola che aveva dimenticato, i jeans che si guarda addosso, regalo dell’ammiratore Hugh. Ma da quel posto non riuscirebbe mai a separarsi, ne è prigioniera per il bene che vuole al padre. “Credevo mi avessi lasciato. Ho bisogno che rimani” le dice Pete una volta che lei si è assentata per qualche ora. I grossi camion che transitano di lì fanno vibrare l’abitazione, ma nessuno mai s’è fermato; se ne è fermato solo uno, quello da cui Pete s’è fatto travolgere. Premonitrice era stata l'immagine di un cervo che si aggirava pericolosamente una sera in mezzo alla via. L'avrà fatto, Pete, perché voleva evitare di cadere nell’incesto con la figlia? Oppure perché da quella vita muta e abbandonato dalla moglie non riusciva a uscire? Oppure ancora per dare la libertà a Shell, che si stava schiudendo come una “conchiglia”? Actually (nei fatti) un altro camion che trasportava grossi tronchi si fermerà, e con quello Shell è partita. Il film – opera prima del regista - lascia sensazioni delicate e drammatiche assieme, è ben girato e, come avviene coi buoni film, fa trascorrere un’ora e mezza davvero in quella famiglia sperduta nelle colline della Scozia, si vivono come di prima mano le stesse emozioni dei protagonisti. Fu presentato la prima volta a Rotterdam e nei titoli di coda vengono dati “special thanks” a Fabio Grassadonia, il nostro sceneggiatore e recentemente co-autore con Antonio Piazza del bellissimo “Salvo”.

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angelo umana lunedì 9 giugno 2014
shell che corre dietro all'auto ...
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... ancora dopo tempo mi sovviene, le gambe di Shell che corre dietro all'auto della bambina e di sua madre (v/ locandina del film) per riconsegnare loro un giocattolo, sembrano aver voglia di partire con loro, loro vanno verso il mondo, lei è confinata lì. Suo papà le "regalerà" il proprio suicidio, sarà un modo di liberarla da quella sperduta stazione di servizio. Uno dei migliori film visti nell'ultimo paio d'anni.

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