La notte

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LA NOTTE DELLA CRISI Valutazione 5 stelle su cinque

di fedeleto


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mercoledì 8 maggio 2013

In una Milano silenziosa ma caotica,uno scrittore di nome Giovanni e sua moglie Linda,passano all'ospedale per trovare un amico moribondo.Il dolore e' molto,la donna vaghera' per Milano come una piccola Alice, mentre Il marito andra' alla presentazione del suo libro.Stanchi e tristi cercheranno entrambi di uscire la sera,passando per night Club e feste ,ove l'alta borghesia si diverte.A fine serata entrambi verrano attratti da un altra persona,ma poi nell'alba di un nuovo giorno riesce ad assurgere ancora una volta l'amore che sembrava essersi spento,grazie ad una lettera d'amore che ricorda il sentimento ancora vivo e non piu' agonizzante.Antonioni(l'avventura,il grido)dirige una pellicola straordinaria,senza precedenti,che affonda il suo tema nella crisi esistenziale.Da un soggetto di Guerra,Flaiano e lo stesso Antonioni,nasce un film ove la crisi esistenziale e' mascherata dalla crisi coniugale.In primis il personaggio di Giovanni e' un intelletuale alla ricerca del contatto fisico,poiche' il suo pensare costantemente lo allontana dalla sua parte materiale,e questa dicotomia materia-anima o meglio corpo-spirito e' una delle tematiche molto in evidenza.La Milano in cui vivono e' trafficata,confusa,eppure spesso si trovano spazi vuoti,aree deserte e soprattutto muri(molto importante e' quest'ultimo elemento,Lidia si appoggia ad un muro dell'ospedale per piangere,tocca un muro e si sgretola,dietro un muro sente il rumore dei razzi,)il muro diventa la decomposizione della materia e dell'anima,un po' come nelle isole Eolie le rocce simboleggiavano l'aridita' di Anna,cosi i muri si riferiscono a tale questione.Il sesso in questa pellicola e' un perno molto interessante,e diventa il rimedio come si e' detto prima per ricollegare la materia con lo spirito,fin dall'inizio nella scena dell'ospedale,la ninfomane porta Giovanni a letto,e quest'ultimo non resiste alla tentazione,proprio perche' ritrova la sua identita'-materia,oramai in disconnessione con l'animo.Antonioni e' attento anche ad altri paticolari,ovvero ai paesaggi(gia' in precedenti film lo e' stato),predilgendo spesso e volentieri piani lunghi,ma stavolta i primi piani non mancano.Nella scena dell'ospedale,la finestra che affaccia sui palazzi e' un esempio di come la vista sia bloccata da questi ostacoli,infatti quasi tutto il film si svolge in luoghi chiusi,eccetto quando Lidia vaga per la citta',e trova qualcosa che e' fuori dalla routine,lei stessa dice non voglio che stasera rimaniamo a casa,invece Giovanni si trova a suo agio poiche' il luogo chiuso diventa spazio per meditazione.Antonioni dirige un vero capolavoro,dove la crisi esistenziale non porta a risultati drastici,ma anzi passa per la notte(dunque la sofferenza)per arrivare al giorno(la scena finale in cui i due fanno l'amore e' un chiaro segno di rinascita).Non mancano anche critiche al capitalismo,ogni miliardario vuole il suo intellettuale,l'offerta che propone il ricco industriale e il suo discorso.Ma un personaggio molto importante e' sicuramente anche Valntina(interpretata da una stupenda Monica Vitti) che senza dubbio gioca un ruolo non indifferente.Infatti ella anche e' un intellettuale che soffre dietro la maschera di borghese annoiata,e gioca sul pavimento a scacchi,un chiaro sinonimo di come vi sia anche il bianco e nero(in realta' sappiamo che questo episodio venne compiuto da Antonioni e Guerra),dunque ancora una volta il giorno e la notte,ma la festa borghese,il traffico della citta',sono chiari sintomi di come una societa' non mira all'introspezione e alla curiosita' ma al divertimento,alla spensieratezza,ai giochi semplici come accendere un razzo.Un capolavoro senza precedenti che difficilmente verra' mai superato da altri registi italiani che sicuramente ci si avvicinano ma non possono superarlo.L'incomunicabilita' della crisi esistenziale e' la chiave per comprendere tale grandezza.

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