Giovane coppia di sposi, lui camionista lei impiegata in una ditta di pulizie, vanno a vivere nella vecchia e isolata casa del padre di lei, morto da tempo. Il menage familiare è tuttavia turbato da misteriosi fenomeni notturni che ridestano sopite inquietudini e dolorosi ricordi dell'infanzia di lei, in precario equilibrio psichico e sul baratro di una imminente ricaduta nella tossicodipendenza. La situazione peggiora sempre più fino, ad una irreversibile e drammatica condizione di alienazione ed all'emergere di una violenza oscura e disumana.
Variazione sul tema di una pseudo documentazione dei fenomeni misterici di una inquietante e profonda provincia americana, che lo aveva lanciato con il cult mediatiaco di 'The Balir Witch Project', il film del giovane Eduardo Sanchez cerca di affrancarsi dal pauperismo produttivo e stilistico dei suoi esordi con questo interessante thriller psicologico che non tarda a ripiegare sulla atmosfere più tetre e aberranti del fantastico orrifico. Lo fa comunque con una certa originalità di idee rispetto ai consunti stereotipi del genere e cercando di promuovere lo straniamento di una incomprensibile degenerazione psichica, la discesa agli inferi (reale o allegorica) di una protagonista che perde progressivamente contatto con la realtà sensibile per addentrarsi in un mondo interiore da cui affiorano indicibili traumi infantili ed una insana e sanguinaria rivalsa verso il mondo maschile. Pur nell'ambiguità di una messa in scena che cerca di condurre lo spettatore verso un inquietante e misterioso punto di attrazione domestico che richiama il maleficio di una insinuante alterità (cosa ci sarà mai di così pauroso nelle cantine degli americani?) e che richiama apertamente le dimensioni spazio temporali di Lovecraft (vedere per credere:'H.P. Lovecraft's Dreams in the Witch-House' della prima serie TV americana dei 'Masters of Horror'), il film si presta ad una chiave di lettura più razionale attraverso il ricorso ad un linguaggio meta-cinematografico in cui gli eventi più strani e inspiegabili sembrano solo il prodotto (filmato o auto-filmato da una videocamera amatoriale) di una psiche scossa da uno shock infantile (la violenza subita? la morte forse colpevole del padre?) e dal ridestarsi di un incontenibile e mai sopito senso di colpa che sembra aleggiare come una sulfurea maledizione nel luogo fisico in cui si è prodotta. A ciò contribuscono, oltre che alcuni inserti di allucinato onirismo e lo spettacolo spiazzante di una violenza che esplode improvvisa ed inaspettata, anche la buona prova di un'attrice che porta visibili i segni di una progressiva degenerazione fisica e psichica fino alle soglie indicibili dell'inumano ed all'amplesso finale con il 'malefico caprino'. Non mancano tuttavia incongruenze a livello narrativo ed una manifesta eterogeneità stilistica frutto di una certa improvvisazione ma che tuttavia rivelano il segno di una originale ed onesta ricerca espressiva (suggestiva la scena delle alci squartate). Finale che si allunga di una scena di troppo nella suggestione di una spiegazione freudiana e nella mano protesa verso l'inferno domestico di uno scantinato. Il luogo buio della strega.
[+] lascia un commento a gianleo67 »
[ - ] lascia un commento a gianleo67 »
|