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Il regista Tornatore immancabilmente con quest'ultima sua opera continua di nuovo a fare centro. Questa volta la sua maestria nella regia e nella scenografia, nonché nella considerevole bellezza scenografica degli ambienti sia interni che esterni, si misura con un thriller amoroso che non può non lasciare, nelle sequenze finali, un effetto sorpresa di forte impatto. Di quei thriller che sembrano ricordare magnificamente la stessa creatività talentuosa presente in qualche film alla Hitchcock e dove lo stesso Tornatore ci modella, nella scena finale, quegli ideali di romanticismo sognatore ben marcati nella memoria degli appassionati di Cinema in capolavori come "Nuovo Cinema Paradiso". I risvolti conclusivi di questa pellicola, non nascondo, che mi hanno comunque lasciato alquanto sconcertato: credo che il destino che è stato riservato al protagonista Virgil Oldman sia troppo, troppo pesante e punitivo. Questa l'unica nota amara in un film che deve essere attentamente seguito dall'inizio alla fine per quanto concerne soprattutto i dialoghi, allo scopo di cogliere, possibilmente in tempo reale, ogni più piccola sfaccettatura ed indizio per intuire la sottile, ma netta, linea di delimitazione tra ciò che è finzione da ciò che è realtà. Un meccanismo ad incastro praticamente perfetto per un gioco crudele nel quale spesso chi insegue il dio denaro è pronto a prendersi gioco della purezza e dell'eleganza di chi ha un animo nobile e, appunto, sognatore. E questa è una macchia infinitamente pregna di pochezza e di inettitudine. Film comunque geniale e di ottimo livello.
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grogfrog
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lunedì 21 gennaio 2013
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finale aperto
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Ho visto ieri il film a Mestre e secondo me in realtà il finale non è troppo punitivo per due ragioni:1) anche Oldman non si comporta in modo del tutto corretto. In realtà infatti raccoglie i pezzi dell'automa e li fa assemblare, senza mai parlarne con la (presunta) proprietaria. Si tratta di un vero e proprio furto, tanto più che Virgil non sà che l'automa è in realtà uno specchio per le allodole e lo ritiene, ingannato da Billy, di grande valore anche economico. La finta Claire mette alla prova Virgil almeno in un occasione per capire se egli la ama veramente. Quando gli mostra i pezzi rimanenti, glie ne chiede il valore, e lui da affarista consumato,resta sul vago. A quel punto lei risulta molto risentita per la risposta (segno di un interessamento reale di lei).
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Ho visto ieri il film a Mestre e secondo me in realtà il finale non è troppo punitivo per due ragioni:1) anche Oldman non si comporta in modo del tutto corretto. In realtà infatti raccoglie i pezzi dell'automa e li fa assemblare, senza mai parlarne con la (presunta) proprietaria. Si tratta di un vero e proprio furto, tanto più che Virgil non sà che l'automa è in realtà uno specchio per le allodole e lo ritiene, ingannato da Billy, di grande valore anche economico. La finta Claire mette alla prova Virgil almeno in un occasione per capire se egli la ama veramente. Quando gli mostra i pezzi rimanenti, glie ne chiede il valore, e lui da affarista consumato,resta sul vago. A quel punto lei risulta molto risentita per la risposta (segno di un interessamento reale di lei). 2) Il finale è in realtà aperto. Virgil infatti si reca a Praga dove spera di incontrarla, dopo essere uscito dalla clinica. La sua speranza è basata su due elementi: 1) da esperto d'arte ritiene di saper riconoscere l'autentico dentro ogni falso (anche nei sentimenti), 2) quando Claire visita la sua collezione privata di ritratti femminili, nonostante stia per ingannarlo, gli assicura che lo amerà sempre "qualunque cosa succeda fra noi".
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