Valérie - Diario di una ninfomane |
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Un film di Christian Molina.
Con Belén Fabra, Leonardo Sbaraglia, Llum Barrera, Geraldine Chaplin.
continua»
Drammatico,
durata 95 min.
- Spagna 2008.
- Mediafilm
uscita giovedì 30 aprile 2009.
- VM 14 -
MYMONETRO
Valérie - Diario di una ninfomane
valutazione media:
1,85
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Erotismo melenso per una ninfomanedi andyflash77Feedback: 14447 | altri commenti e recensioni di andyflash77 |
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giovedì 23 agosto 2012 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Così come sulla scia dell'italico, e innominabile agli occhi degli amanti del Cinema, Melissa P., anche qui la vicenda narrata è ispirata a un libro autobiografico, di tale Valeriè Tasso, che ha deciso spudoratamente di mettere su carta le sue fantasie ed esperienze sessuali. Impendendo al moralismo di essere giudice e carnefice di tali scelte, rimane da analizzare la mera realizzazione filmica, andando a snocciolare prima di tutto la "profonda" trama che permea le avventure erotiche della protagonista. La scoperta del sesso a quindici anni mostra già la sua indole selvaggia, che nell'avvicinarsi ai trenta la porta a essere una vera e proprio ninfomane, affamata di piacere fin oltre ogni limite. L'unico appiglio che Valerie (Belén Fabra) ha con la realtà le è dato dal rapporto con la nonna (Geraldine Chaplin), che se da un lato la invita a non soffocare le sue pulsioni, allo stesso tempo cerca di mostrarle il perchè di queste, addicendo la colpa a un forte senso di solitudine. Ed è proprio la scomparsa di questa donna a forgiare una svolta nella sua vita, con l'incontro con Jaime (Leonardo Sbaraglia), forse primo e unico amore della sua vita. Il ritratto che esce dell'amore e del rapporto tra uomo e donna è l'apoteosi dei luoghi comuni e della decadenza della società. L'impronta fortemente femminista data dal regista è quanto meno surreale e ironica, dati i continui rimandi alla debolezza morale del maschio, in favore di una totale comprensione per la libertà "fisica" della protagonista. E anche qui il film perde il suo senso, visto che l'erotismo tanto millantato si rivela soft, patinato e inconsistente, probabilmente non in grado di soddisfare neanche gli spiriti più bollenti. Valerie qui è soltanto un corpo e non una persona. Unica degna di merito, per quanto nella sua breve apparizione, è la brava Geraldine Chaplin, finalmente lontana dai camei horror recenti e più che adatta al suo personaggio.
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