C'era un cinese in coma

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Un film di Carlo Verdone. Con Carlo Verdone, Beppe Fiorello, Anna Safroncik, Elisabetta Rocchetti, Marit Nissen.
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Commedia, durata 109 min. - Italia 2000. MYMONETRO C'era un cinese in coma * * - - - valutazione media: 2,37 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari. Acquista »
   
   
   

Un attore (malin).....comico Valutazione 2 stelle su cinque

di Francesco2


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domenica 19 agosto 2012

Quando un comico prova a riflettere, i rischi ca ui si sottopone sono probabilmente molteplici; nel caso del film di cui stiamo per parlare, spiace dirlo, si sono quanto concretizzati, dato l'esito relativamente deludente al botteghino, contrariamente pare alle aspettative dello stesso Verdone.
Senza inoltrarsi in territorio ghezziano, il termine stesso "Riflettere" in Italiano ha -Almeno- una doppia valenza:quella di "Pensiero" e quella di "Mettere in evidenza". Applicando tale distinzione all'attore e regista romano, dovremmo chiederci se non potrebbe essere utile per (Cercare di) capire meglio "Maledetto il giorno che t'ho incontrato", che ha preceduto il "Cinese in coma" di otto anni all'incirca. Lì, infatti, nell'ironia attinente certe nevrosi tipiche del decennio appena conclusosi e di quello che stava per avviarsi, si finiva per parlare di Jimi Hendrix, mito musicale di Verdone per stessa ammissione dell'interessato. Qui, (un pò) più di quanto abbia sostenuto qualcuno,  il lato più interessante del film sta nel rapporto che si instaura tra i due protagonisti. In una sceneggiatura ormai scontata nel voler apparire fuori moda (Nel 2012, per esempio, come sorprendersi di una famiglia italo-russa, ammesso si potesse farlo nel 2000), e con personaggi al limite del bozzettismo (Il "prestigiatore", per esempio, anello dello stiracchiato contesto dell'agenzia), Nicola è quanto di più distante possa esserci dal mondo di Preziosi, come ben riassume la frase "Sei troppo bello per essere un comico". giustamente riportata su questo sito. Al di là di tormentoni come la barzelletta, e spunti (forse)appena simpatici, quali il numero di telefono, che  ischia oltretutto di lasciare trapelare un lieve moralismo sessuofobo, la scena che imprime la svolta al film è quella in cui Beppe/Nicola chiama sul palco Verdone/Preziosi.
I due si sono ormai scambiati i ruoli, al punto che Nicola stesso rinfaccia al capo gli stessi difetti che il capo gli faceva notare nell'incipit del film. Ercole tuttavia, nonostante la natura sempre più ambigua del rapporto che lo lega al giovane (Se è un allievo, come fa a insegnargli il mestiere? Se è un amico, perché sembra si
approfitti sempre più di lui?) stabilisce un rapporto sempre più prossimo alla dipendenza, che lo invoglia a lasciare quel "piccol(issim)o mondo moderno" fatto di agenzie senza spessore e famiglie tenute insieme per forza. Su questo posso anche dare ragione a chi ipotizzi paragoni col noioso "Iris Blond" (Non diceva ad un certo punto, il protagonista maschile, di "essere pazzo" di Iris stessa, come rammenta il titolo del film?). Man mano che la storia va avanti, anche le gag comiche appaiono più divertenti, ed alcune (La corsa in go-kart, che la ricorda la partita che Aldo, Giovanni e Giacomo in "Chiedimi se sono felice") famnno emergere forse qualcosa di più: il sentimento ambiguo nei confronti di Nicola assume sempre più i tratti dell'invidia (Farà quello che farà per dimostrare che anche lui è giovane, ovviamente di dentro).
Tutto ciò, in aggiunta d altre considerazioni (La scena di Nicola con la torta in mano, per esempio, come una satira sullo "Spettacolo" di oggi) potrebbe evidenziare la natura frettolosa di certi commenti, tipo "una parabola già (ri)vista sull'allievo che supera il maestro". Nel non svelare il finale, ci limitiamo a notare come , in fondo, quella di Ercole potrebbe essere letta solo come una "continuazione" dell'invidia precedente, che, in un (pre) finale probabilmente non originale, assume solo contorni diversi. "Pre-finale": perché il finale, dove Preziosi è di nuovo attore che si rivolge al pubblico, racconta finalmente la barzelletta del cinese, estremamente amara e disincantata. Come volesse comunicare che 1 E'consapevole che la sua è stata una parabola, e che ora si rivolge al pubblico 2 Lui, figura sordiana, mai come adesso è consapevole di come amara possa rivelarsi la realtà. Citando "qualcuno", si potrebbe proprio chiedere: "Ma che siamo, in un film di Alberto Sordi?" Forse sì.



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