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Il 29° Classico Disney rappresenta un caso unico nella filmografia della premiata ditta, trattandosi infatti del diretto seguito del lungometraggio Le avventure di Bianca e Bernie del 1977, una cosa mai successa né prima né tanto meno in seguito. Comunque, la bizzarra operazione è coronata dal successo, e si tratta di una di quelle rare occasioni in cui il secondo episodio sorpassa di gran lunga il primo: dopo le deprimenti paludi del capostipite, gli animatori della nuova generazione decidono di prendere la direzione opposta, e così i nostri due protagonisti vengono scagliati nel mezzo degli immensi e spettacolari panorami australiani, con certi momenti di pura azione e avventura adrenalinica che non possono far pensare alle atmosfere ricreate dai vari Indiana Jones. Prova della vera e propria epicità che caratterizza questa sottovalutatissima pellicola è l'esordio, un volo a dorso di aquila che, nel suo sapientissimo mix di animazione tradizionale e computer, lascia assolutamente spiazzati. Vi sono poi i personaggi, specie quelli secondari: spesso capaci di rubare la scena ai due simpatici protagonisti, uno più memorabile dell'altro, dalla nevrotica lucertola Frank all'esilarante e sinistra iguana Joanna, dal "tosto" topo-canguro Jack all'imbranato albatross Wilbur, tratteggiati in modo delizioso. Non dimentichiamo poi un villain di tutto rispetto, più minaccioso e più credibile della svitata Madame Medusa, interpretato da un magnifico George C. Scott (famoso soprattutto per i suoi vecchi film bellici) e, in ultimo, una travolgente colonna sonora. Ciò che si ottiene mischiando il tutto è Bianca e Bernie nella terra dei canguri, uno dei tanti capolavori (vabbé, forse esagero un po', ma non posso certo sopportare il fatto che venga ignorato così) Disney sfortunatamente sottovalutati, colpito da un sorprendente scarso successo al botteghino e ingiustamente sconosciuto ai più, benché superiore al capostipite. Eppure, il suo contenuto di spettacolo, emozioni, epicità, divertimento, azione e avventura in ambienti esotici avrebbe dovuto e dovrebbe ancora attirare una fetta di pubblico non proprio ristretta. Almeno, lo vendono in DVD...
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recensioni di critica, pubblico e dizionari.
