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Natale a New York |
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Un film di Neri Parenti.
Con Christian De Sica, Sabrina Ferilli, Massimo Ghini, Claudio Bisio, Fabio De Luigi.
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Commedia,
- Italia 2006.
- Filmauro
uscita venerdì 15 dicembre 2006.
MYMONETRO
Natale a New York   
valutazione media:
1,89
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Si riparte negli Stati Uniti dopo l'addio di Boldi
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| lunedì 21 maggio 2012 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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NATALE A NEW YORK (IT, 2006) di NERI PARENTI con CHRISTIAN DE SICA – SABRINA FERILLI – ELISABETTA CANALIS – MASSIMO GHINI – ALESSANDRO SIANI – FABIO DE LUIGI – CLAUDIO BISIO – FIORENZA MARCHEGIANI – PAOLO RUFFINI – FRANCESCO MANDELLI § 1° cinepanettone della premiata ditta Parenti-De Laurentiis-De Sica dopo lo scioglimento dal milanese Boldi che, in coppia con Christian, decretò alcuni dei maggiori successi delle stagioni cinematografiche invernali italiane fra gli anni '80 e 2000, riempiendo le tasche dei produttori di tanti soldoni belli e sonanti. Lillo, pianista legato da un contratto matrimoniale alla ricca e ciarliera consorte, rincontra Barbara, sua vecchia fiamma anch’essa sposata e sotto vincolo, e progetta di tornare con lei a New York. Ignora però che la sua ventenne figlia è l'amante di Fabrizio, il nuovo compagno di Barbara. Sempre nella Big Apple, Filippo, frustrato medico che sospira la promozione a viceprimario del suo reparto, vi si reca per consegnare ai due figli del brutale professor Severino Benci il regalo di Natale. Scopre che, contrariamente alle aspettative del padre, ha a che fare con due incalliti fannulloni che insegnano agli altri studenti come cavarsela agli esami col minimo sforzo. Ci troviamo di fronte sempre al solito vecchio bailamme degli inganni/adulterii/equivoci/fuoriuscite sotto l’insegna della pochade francese, l’antico genere teatrale da cui hanno preso spunto tutte le opere, italiane e non, che fanno del fisico degli attori e delle situazioni predefinite il motore comico della vicenda. C’è però qualche gustosa e funzionale variante: una sensibile riduzione del turpiloquio (riservato però in gran parte a Olé di Carlo Vanzina, uscito nello stesso periodo e contraltare presenziato da Boldi); l’estirpazione dei comici di contorno e la conseguente rivalutazione dell'intero cast per aver ognuno il proprio spazio interpretativo; l’istrionismo a volte ridondante immesso nelle gag per esaltare la carta vincente (per il pubblico, un po’ meno dal punto di vista della critica) della comicità pecoreccia. Sceneggiature ripetitive, ammettiamolo (firmate da Fausto Brizzi e Marco Martani, autori dell'interessante Notte prima degli esami), ma squadra vincente non si cambia. E gli italiani hanno modo, con scadenza annuale pressoché puntualissima, di godersi la rappresentazione dei loro vizi, delle loro debolezze e dei loro desideri carnali direttamente sul grande schermo. C'è il rischio che pensino di vivere in una commedia all'italiana? Forse. Lasciamo l'arduo giudizio ai cultori di questo secolare genere.
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