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Poteva tranquillamente essere intitolato “Viaggio nella crisi” perché il “Viaggio in Italia” altro non è se non il pretesto per analizzare con sufficiente profondità (soprattutto se si considera l’età avanzata del film) non tanto e non solo i motivi della crisi in cui è entrato il rapporto di una agiatissima coppia (indifferenza, incomunicabilità, disattenzione, lontananza affettiva, eccessivo lavoro ….) quanto piuttosto il modo in cui viene gestita questa crisi. Per fortuna la crisi è più apparente che reale e sarà sufficiente scendere dal piedistallo dello stupido orgoglio e della stolta presunzione per riuscire ad incollare i pezzi sparsi di un amore ancora possibile. Il maggior pregio della pellicola consiste forse nelle scene, decisamente brevi e concise ma ugualmente capaci di trasmettere con chiarezza il loro significato completo. Per quanto riguarda i personaggi, Ingrid è Ingrid e guai a chi me la sfiora, fosse anche solo con un fiore, mentre Sanders offre un credibile aplomb inglese.
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