8 ½ |
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Un film di Federico Fellini.
Con Marcello Mastroianni, Claudia Cardinale, Anouk Aimée, Sandra Milo, Barbara Steele.
continua»
Drammatico,
Ratings: Kids+16,
b/n
durata 138 min.
- Italia 1963.
- Cineteca di Bologna
MYMONETRO
8 ½
valutazione media:
4,84
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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La magia dell'arte/nell'artedi Paolo 67Feedback: 9827 | altri commenti e recensioni di Paolo 67 |
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giovedì 19 gennaio 2012 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il film, che ha contribuito in maniera eccezionale al rinnovamento dell'espressione cinematografica, affronta il tema della creazione, della contraddittorietà della stessa, fatta di vezzi, astuzie, impegno, viltà, sincerità e mistificazione. Un film che Fellini non voleva più fare, quando ebbe, genialissimamente, l'intuizione: un film su un regista che voleva fare un film che non ricorda più. Non riusciva a vedere in faccia il protagonista, perchè -lo ammise solo a cose fatte e tanto tempo dopo- era lui. I suoi connotati spirituali, il suo universo sono quelli dell'italiano medio: l'educazione religiosa, i rapporti con le donne, le ambizioni attorno al lavoro. Un pregio straordinario del film -qui c'è davvero unanimità- è il linguaggio, vi sono tutti gli stili possibili e qualcuno inventato per l'occasione, assieme a soluzioni da cinema d'avanguardia, come la solarizzazione della sequenza delle terme (grande è stato il contributo di Gianni di Venanzo alla fotografia con un bianco e nero semplicemente sbalorditivo), a rappresentare l'initerrotto flusso di coscienza del protagonista (ricordi/sogni/illusioni/realtà). Forse Fellini non giungerà più a questi livelli d'ispirazione, il film trabocca di colpi di genio, inventa continuamente. Flaiano lo voleva chiamare“La bella confusione”. Nell'intenzione dell'autore, doveva contenere tutto, tutti gli errori, come la vita. Come “La dolce vita” allargava il discorso dal diario intimo all'affresco d'epoca; “Otto e mezzo” trasfigura i tormenti spirituali di Fellini nella crisi esistenziale dell'uomo moderno. Fellini continua quindi il discorso de “La dolce vita” (anzi, secondo alcuni il film andrebbe letto come se fosse antecedente all'altro capolavoro felliniano), ma come sarà per tutti i film successivi, dove l'aspetto del sogno finirà per dominare la realtà per aiutare semmai ad affrontarla, accetta di buon grado, stoicamente e con divertimento la vita (cioè tutti i personaggi veri, immaginati, ricordati, inventati, ritrovati, aspettati). “Otto e mezzo” rappresenta la magia della vita nell'arte e la magia dell'arte (non a caso il protagonista troverà la soluzione identificandosi col “mago”, il telepata, come uomo di spettacolo) nella vita.
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