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Molti hanno conosciuto Russ Meyer a “Fuori orario” la notte su RAItre (nella maratona notturna di spezzoni “la magnifica ossessione” in occorrenza del centenario del cinema erano presenti sequenze di questo film): il suo cinema è arte? Alcuni lo assimilano alla mediocrità della pornografia (termine rigettato da Meyer) riconoscendogli al massimo un certo humor, anche se pesante. Meyer condivide con Damiano, il regista di “Gola profonda”, la deliberata superficialità come divertimento per lo spettatore ma al contrario di lui, sembra aver vinto la sua battaglia perchè la sua è una satira della cultura, dell'immaginario (anche di perversione) americano e non della natura (da qui il fallimento dei momenti comici dei film di Damiano). Il modo migliore per vedere il cinema di Meyer è quello di lasciar perdere la logica (qui praticamente inesistente), che al regista interessa poco e godersi il più delirante dei suoi fumetti ludici con tanto sesso e violenza sublimati in una comicità nonsense, il vero interesse del regista insieme al modo di fotografare i suoi film, a infondergli ritmo col montaggio e, soprattutto, mettendole in evidenza, quasi a farle uscire dallo schermo, le grandi tette delle sue attrici (qui protagoniste la ballerina messicana Francesca “Kitten” Natividad, 134 centimetri di seno, colla quale nacque sul set l'amore col regista di cui divenne la compagna per 15 anni) che riassume a intervalli regolari la storia, e Raven De La Croix -modestamente 126- costumista, ballerina e produttrice, nel ruolo principale.
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