Nell'aprile del 1954 esce nelle sale statunitensi il film "Rock around the clock" che qui da noi verrà intitolato "Senza tregua il Rock and Roll". I giornali italiani riportano la notizia che il brano omonimo, interpretato da Bill Haley, sta suscitando l'entusiasmo dei ragazzi d'oltreoceano e lancia un nuovo ballo chiamato rock and roll. Con la preveggenza che spesso contraddistingue parte della critica italiana c'è chi sostiene che questo genere musicale non potrà mai avere successo in Italia perché «troppo lontano dai nostri gusti musicali». In alcuni articoli si racconta, con malcelata indignazione, che Bill Haley invece di vocalizzare con pulizia le parole delle canzoni, tende a gridarle e spesso la sua voce si confonde con la strumentazione. Poche righe liquidano così come fenomeno di costume tutto americano la novità. Ma che cos’è questo rock and roll di cui si sta iniziando a parlare? Il termine non è certo una novità né un’invenzione dei media. Da tempo i bluesmen utilizzano "rock and roll" (cioè "dondolare e rotolare") come un eufemismo gergale per indicare l'atto sessuale. Quello che è nuovo davvero è il senso di una musica nata da una convergenza di elementi musicali e sociali che rompono la secolare distinzione tra l’America bianca e quella nera. Il rock and roll mette in musica i suoni della società, ne illumina gli anfratti bui e violenti e, in sostanza, finisce per celebrare gran parte dei vizi del suo tempo. Il genere rovescia gli stilemi classici della musica popolare che da secoli si era espressa fondamentalmente su tre registri: il sentimento della ballata amorosa, il melodramma della narrazione cronachistica o fantastica e lo scherzo della ballata triviale o satirica. Il rock and roll si muove sulla stessa linea, ma ne rovescia l’impostazione mutando il sentimento in pulsione erotica, il melodramma in violenza e lo scherzo in irrisione. In più, almeno negli Stati Uniti, porta la sfida all’interno della stessa struttura capitalistica della gestione della musica. Dal punto di vista discografico, infatti, il rock and roll mette per la prima volta in crisi l’egemonia delle major. Esso viene letteralmente “inventato” da piccole case discografiche indipendenti come la Sun e la Chess e costringe le major e i “padroni della musica” a scatenare una controffensiva per riprendere in pugno la situazione.
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