Warrior |
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Un film di Gavin O'Connor.
Con Joel Edgerton, Tom Hardy, Jennifer Morrison, Frank Grillo, Nick Nolte.
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Titolo originale Warrior.
Azione,
Ratings: Kids+13,
durata 139 min.
- USA 2011.
- M2 Pictures
uscita venerdì 4 novembre 2011.
MYMONETRO
Warrior
valutazione media:
3,97
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Se non ti muovi muoridi Riccardo TavaniFeedback: 33555 | altri commenti e recensioni di Riccardo Tavani |
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venerdì 11 novembre 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Famosa è la foto della portaerei americana “Enteprise” con l’intero equipaggio schierato sul ponte a comporre la formula della Relatività E=mc2. Scienza e potenza, forza e intelligenza, questo il messaggio esplicito contenuto efficacemente nell’immagine. Oggi quel binomio sembra essersi scisso, proprio mentre l’America attraversa una crisi che ne minaccia la stessa sicurezza economica interna. Brendan Conlon è un insegnante di fisica, felicemente sposato e padre di due bambine, ma ha acceso un mutuo per pagare la casa e ora la banca lo ha messo in mutande e gliela sta sequestrando. Tom Conlon, fratello di Brendan, invece, riappare una notte dall’abisso della guerra in Iraq dove ha visto tutta la sua squadra e il suo migliore amico massacrati dal fuoco amico dell’aviazione americana. Si è trascinato dentro un potenziale di rabbia incontenibile e distruttivo. I due fratelli non hanno più rapporti da molti anni. Tom ha seguito la madre quando ha abbandonato il padre alcolizzato e manesco in famiglia. Brendan è rimasto con il padre, perché era già innamorato di Tess che poi ha sposato. Tom e sua madre hanno fatto una vita di stenti che ha portato la donna a morire dopo pochi anni. Anche Brendan appena ha potuto ha rotto completamente con il padre e si è fatto una sua vita lontano da lui. Eppure quel vecchio ubriacone e violento di Paddy Conlon aveva fatto diventare quei due ragazzi campioni di lotta greco romana, essendo uno dei migliori allenatori nel campo. E ora sia Tom che Brendan, per vie parallele ed entrambi per tirare su soldi tornano a combattere. Il primo per aiutare la vedova dell’amico ucciso in guerra, il secondo per non farsi togliere la casa dagli strozzini della banca. Tom riallaccia i rapporti con il padre ma limitatamente agli allenamenti, Brendan si affida al preparatore Frank Campana. Ad Atlanta è indetto il più micidiale scontro diretto tra i migliori sedici lottatori d’America con una borsa in palio di cinque milioni di dollari. Il ring è costituito da una grande gabbia metallica ed entrambi i fratelli vi si infileranno dentro. E qui rientra in ballo la questione della forza e dell’intelligenza. Tom si fa preparare dal padre solo dal punto di vista atletico, dell’alimentazione corretta, della resistenza fisica, perché la rabbia e la potenza ce la mette tutta lui e nessuno può fermarlo. Frank, il preparatore di Brendan, ha invece una sua filosofia di allenamento in cui fa uso anche della musica classica, per far capire quale sono i diversi ritmi di un combattimento. Sulla lavagna del suo ufficio c’è scritto: “Se non ti muovi muori”. Muoversi non solo e non tanto con le braccia quanto con la testa, cogliendo i rapidi mutamenti di ritmo, di situazione nella gabbia. Potremmo, invece, intendere il movimento non tanto come spostamento nello spazio ma come rottura della uniformità, intesa come nulla. Muoversi da un abitudine statica, uniforme di pensare, guardare, agire. Anche la forza se caratterizzata da uniformità d’azione è niente. Simile alla scritta sulla lavagna di Frank è una frase della coreografa Pina Baush, posta come sottotitolo al film che le ha dedicato Wim Wenders: “Danziamo, danziamo, altrimenti siamo persi”. E niente meglio della danza, del ritmo, della musica rappresenta questo moto di continua rottura dell’uniformità, la quale uccide e smarrisce la realtà. Per questo Brendan entra nella gabbia accompagnato da un poderoso canto di lode al movimento interiore della vita: “L’inno alla gioia” di Beethoven.
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