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Agente 007, missione Goldfinger |
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Un film di Guy Hamilton.
Con Sean Connery, Honor Blackman, Gert Fröbe, Shirley Eaton, Tania Mallet, Harold Sakata.
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Titolo originale Goldfinger.
Avventura,
durata 108 min.
- Gran Bretagna 1964.
MYMONETRO
Agente 007, missione Goldfinger  
valutazione media:
4,67
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Il film che ha consegnato Bond al mito
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| martedì 25 ottobre 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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A proposito di questo film Federico Fellini disse che portava avanti il cinema, nonostante tutto il disagio che gli metteva addosso per quanto di terribile e allarmante si intuiva sotto la superficie smaltata e la concatenazione brillante di eventi e situazioni. "Goldfinger" opera la portata al massimo grado di alcune delle tendenze che si manifestarono nei folgoranti primi film della serie, vale a dire l'evasione totale e svolte nel fumetto a controbilanciare un cinismo stupefacente. Tutto il film è permeato da superficie a fondo della cultura popolare di quegli anni (e di questi, vedi il successo inalterato a 40 anni nelle ritrasmissioni tv) di cui costituisce una specie di manifesto pubblicitario, per la precisione della civiltà occidentale ma della quale restituisce anche le contraddizioni. Sono queste che rendono così accattivante il personaggio di Bond, che è complesso, nel suo essere insieme spirito libero e fedele servitore della Regina, gentiluomo e spietato, conservatore e moderno. Diretto da Guy Hamilton che non si discosta molto dalla sofisticazione di Terence Young, autore dei primi due episodi (dirigerà poi "Thunderball") ma vi aggiunge un caratteristico humour, più diretto e sfrontato anche nelle scene d'azione. Le fiammanti scenografie di Ken Adam, reduce dal "Dottor Stranamore" di Kubrick, la fotografia cristallina di Ted Moore, il montaggio incalzante e creativo di Peter Hunt, la musica formidabile di John Barry si fondono in un'opera che sembra risplendere di una corrente elettrica e che, come al solito nella serie del Bond, si avvale anche di magnifici sfondi naturali (in questo caso le Alpi svizzere e un bellissimo campo da golf vicino a Londra). Molti momenti del film sono diventati un cult, come la scena del laser o quella a Fort Knox, e alcuni spunti sono sorprendenti, trovate su cui il futuro 007 costruirà interi film. "Goldfinger" ha fatto scrivere libri a sociologi e psicologi per analizzarne il successo. Dalla sua ha una trama che manda all'aria le regole del genere: per questo raramente è stato imitato con successo. L'ambiguità della figura femminile, per esempio: anche nel montaggio è sottolineato come la protagonista passa dalla parte di Bond quando Goldfinger, al quale si era unita solo per interesse, non può più assicurarle la riuscita del suo piano. Richard Maibaum, lo sceneggiatore, opera una riduzione così abile che molti sono convinti abbia superato il celeberrimo romanzo (uno dei più venduti) di Fleming. Viene sfumato nel film ma non tanto da non intendersi l'omosessualità di Pussy (!...) Galore, che guarda caso Bond riporta sulla retta via dopo una scena di sesso che non è lontana (oggi ingirabile) dallo stupro: questo è uno dei caratteri politicamente non troppo corretti del film, ma va detto che i film di Bond sono i primi che mostrano in film per tutti donne sessualmente emancipate che non siano delle malvagie o delle cretine. Efficace nel trasmettere il messaggio ("magari parziale, magari distorto, magari impazzito" avvertiva Fellini) dell'uomo contemporaneo, inossidabile nel proporsi ogni volta al vertice degli share nelle rassegne bondiane in tv, "Goldfinger" appartiene al Bond briosamente tecnologico, il più redditizio della serie, ma senza che quest'ultima caratteristica sovrasti la dimensione umana del protagonista, la cui superiorità a tutte le diavolerie è una delle caratteristiche di fondo di Fleming e dei film migliori della serie..
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