Sliver |
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Un film di Phillip Noyce.
Con Tom Berenger, Martin Landau, Nina Foch, Sharon Stone, William Baldwin.
continua»
Giallo,
durata 95 min.
- USA 1993.
MYMONETRO
Sliver
valutazione media:
2,22
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Thriller erotico dozzinale ma ben confezionatodi Alan RubinoFeedback: 4892 | altri commenti e recensioni di Alan Rubino |
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lunedì 3 ottobre 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il titolo del film si riferisce ai tipici palazzi lussuosi, stretti e molto alti, caratteristici di Manhattan, New York. In un appartamento di uno di questi si trasferisce Carly Norris (Sharon Stone), una bellissima caporedattrice in una casa editrice, allo scopo di cambiare vita dopo il fallimento del suo matrimonio durato sette anni. Una volta sistematasi, Carly fa conoscenza con alcuni inquilini del palazzo, tra cui Jack Landsford (Tom Berenger), uno scrittore che la invita a leggere i suoi romanzi, e Zeke Hawkins (William Baldwin), un giovane misterioso con cui intreccia una focosa relazione. Ben presto, Carly apprende che la donna che viveva nel suo appartamento prima di lei è morta precipitando dal balcone, in circostanze poco chiare. Inoltre, in tutte le abitazioni del grattacielo, sono installate delle telecamere nascoste, per mezzo di cui qualcuno spia le vite degli inquilini... Liberamente tratto da un romanzo di Ira Levin, il film è stato evidentemente realizzato badando di più alla confezione che alla trama. La prima è senza dubbio impeccabile, dalle musiche alla fotografia, dall'eleganza dello Sliver, dai cui spazi angusti scaturisce un senso di claustrofobia, all'indiscutibile sensualità di Sharon Stone. Ma la seconda è piuttosto dozzinale e spreca le potenzialità di alcuni spunti interessanti: non sono approfondite le ragioni che spingono chi spia ad allestire l'impianto video, né quest'ultimo viene utilizzato per imbastire sottostorie che lascino spazio alle vicende dei diversi inquilini. E il finale lascia alquanto insoddisfatti visto che le motivazioni del killer sono del tutto assurde e poco credibili. La coppia attrice-sceneggiatore Stone-Eszterhas aveva funzionato decisamente meglio un anno prima in "Basic Instinct" di Paul Verhoeven.
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