Viva la muerte... tua! |
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Un film di Duccio Tessari.
Con Eli Wallach, Franco Nero, Lynn Redgrave, Horst Janson, Mirko Ellis.
continua»
Western,
durata 117 min.
- Italia 1971.
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Alla rivoluzione non servono maestridi Gianni LuciniFeedback: 29144 | altri commenti e recensioni di Gianni Lucini |
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sabato 17 settembre 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Forzando un po’ la storia raccontata dal romanzo “The killer from Yuma” scritto da Lewis B. Patten, una delle penne leggendarie della letteratura western, la storia dei due farabutti che vengono liberati per dare una mano alla rivoluzione introduce alcune novità nei codici di quel filone del western all’italiana che innesta pistoleri e avventurieri vari in una delle tante fasi rivoluzionarie della storia messicana. Fino a quel momento infatti i codici narrativi dei western cosiddetti “terzomondisti” prevedono che “lo straniero” di turno abbia un rapporto diretto con gli eventi rivoluzionari. Accade così che l’americano interpretato da Lou Castel in Quien sabe? sia un killer al servizio del governo messicano, lo svedese interpretato da Franco Nero in Vamos a matar compañeros sia un mercante d’armi arrivato fin lì per fare il suo mestiere, il polacco de Il mercenario, cui presta il volto sempre Franco Nero, sia lì perchè ha un rapporto “professionale” con gli eventi rivoluzionari e anche il medico inglese interpretato da John Steiner in Tepepa viva la rivoluzione per scelta. Per i due gaglioffi di Viva la muerte… tua non accade così. Loro non hanno alcun rapporto con la rivoluzione né intendono averne. Non sono né a favore né contro. Il Messico è soltanto il luogo dove è nascosto un tesoro da ritrovare e basta. A farli decidere di schierarsi non sono tanto i discorsi della scatenata giornalista Mary quanto la casualità dei fatti e, soprattutto, la drammaticità delle esperienze vissute come l’uccisione da parte dei militari di Lupita, la sorella muta di Lozoya. Insomma per Duccio Tessari l’antieroe può diventare rivoluzionario per caso, senza le prediche di un peone ideologo con lo sguardo ipnotico di Gian Maria Volontè o la sarcastica e furba parlantina di Tomas Milian. Le idee della rivoluzione sono talmente forti che ci si può arrivare semplicemente seguendo gli eventi della vita, senza maestri e senza particolari elaborazioni intellettuali. Non è casuale che le elucubrazioni di Mary, vera pasionaria della causa dei peones, appaiano a volte esagerate e fuori luogo. Gli antieroi di Tessari diventano rivoluzionari perchè affascinati e convinti dalla rivoluzione stessa non dai suoi propagandisti.
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